Page 29 - news-70
P. 29

Aprile 2016Vivere bene la Pasqua non è mai facile, soprattutto se sei ancora nel periodo di quella strana amica che si chiama adolescenza. Nonostante ciò noi adolescenti, diciottenni e giovani melzesi ci siamo riusciti. Mercoledì pomeriggio abbiamo preso vestiti, spazzolino, ciabatte e un po’ di robe che la mamma ci ha ricordato all’ultimo momento e ci siamo trasferiti a vivere all’oratorio Sant’Alessandro per ben tre giorni, chi sui materassi e chi sulle brandine ma tutti con il sorriso in volto sapendo che quella sarebbe stata una Pasqua un po’ diversa dal solito. Abbiamo trascorso giorni intensi divisi fra attività, giochi e soprattutto preghiera, abbiamo vissuto ogni celebrazione, siamo stati capaci di ri ettere, abbiamo imparato ad ascoltare e a dire qualche grazie in più, siamo diventati una grande famiglia, ognuno fatto a modo suo, tutti un po’ diversi ma in fondo anche un po’ simili. Siamo semplici ragazzi che desiderano qualcosa in più dalla loro fede, che vogliono conoscere Gesù e che grazie a questa esperienza hanno capito la bellezza di avere un Dio pronto a offrire la propria vita per noi.Luca (ado)Dei giorni del Triduo ho un ricordo bello, dolce, e riguarda la celebrazione della Risurrezione, la Messa del sabato sera vissuta alle Stelle. Vi racconto cosa ho visto: la Messa è iniziata sul piazzale della chiesa, molti dei nostri cari ragazzi portavano tra le mani un lumino, il segno evidente della Luce che viene nel mondo. Sono entrati in processione nel buio della chiesa con i loro lumini in mano e si sono posti ai piedi dell’altare, come Maria ai piedi della croce. Poi, dopo il canto del Preconio, mentre la chiesa si illuminava, si sono e adulti ai primi posti, occupando gran partedalle comunitàdelle panche. Vi racconto cosa ho pensato mentre li osservavo: ho pensato a quanto sono bravi, e anche fortunati, questi ragazzi che stanno cercando di camminare con il Signore.Gesù è un amico dif cile, non si vede, non si trova facilmente, e talvolta sembra non avere molto da dirci. Ma quando proviamo a dargli credito, a  darci, allora qualcosa cambia.Quando l’amicizia con Lui ci mette alla prova, quando dobbiamo esporci per Gesù, è lì che l’incontro con Lui diventa possibile. A ben pensarci, non è strano affatto: quale amico sarebbe felice di un’amicizia senza impegno?Vedere questi nostri cari ragazzi che cercano di dare tempo e spazio al Signore mi da una gioia enorme, mi fa venire voglia di abbracciarli forte uno a uno e dirgli: “Non solo stasera, non solo in questi giorni del Triduo, ma ogni tuo istante, ogni respiro, vivilo per il Signore. Riempirà ogni vuoto, curerà ogni ferita, moltiplicherà ogni gioia”. Vi racconto in ne che cosa spero: io spero che questi ragazzi aiutino tutti noi a capire che Gesù è la novità di tutti i giorni, spero che la loro acerba freschezza non venga rovinata dai nostri ragionamenti da adulti, che siamo bravi a far quadrare i conti, ma che ci dimentichiamo che l’Amore non ha alcuna misura. Spero che questi ragazzi incontrino il Signore nei loro cuori, perché in Lui si trova la felicità. Tutte le cose che può fare l’oratorio non servirebbero a nulla senza quell’Incontro. E quindi, dai ragazzi, dai, abbracciate la croce di Gesù e tenetela stretta. Vi prometto che sarete felici.Alessio (direttore laico oratorio)dalle comunitàpag.29


































































































   27   28   29   30   31