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Aprile 2016stato molto bello vivere e condividere con loro alcuni momenti forti, che di certo rendono speciale questo momento dell’anno.Ho apprezzato il coraggio di buttarsi in un’esperienza che già si sapeva sarebbe stata impegnativa: abbiamo proposto veglie, adorazioni, molta preghiera e tempi di silenzio. Preparando il triduo, il nostro obiettivo era di dare la possibilità ai ragazzi davvero di ri ettere, mettersi in discussione e porsi domande. Sono contenta che questa s da sia stata raccolta, pur con qualche dubbio e perplessità iniziali.Ora che è passata una settimana si cominciano a raccogliere le prime impressioni di quello che hanno signi cato questi tre giorni. È bello sentire i pareri di chi, più giovane, è rimasto colpito da uno dei momenti proposti: le veglie, la condivisione delle giornate, l’adorazione notturna, le realtà di servizio che abbiamo incontrato sabato mattina. Penso che ognuno si sia portato a casa qualcosa di questa esperienza; un dono che spero abbia arricchito e portato a vivere la Pasqua in modo “diverso” e speciale.Parlo da giovane, il triduo mi ha dato la possibilità di confrontarmi anche con i miei coetanei. Con gli adolescenti si ha sempre l’impressione di dover essere un esempio, essere lì con ragazzi più grandi e con cui si condivide un cammino durante l’anno penso abbia avuto una ricaduta positiva su tutti. È importante che le nostre relazioni si consolidino e momenti di condivisione così forti dal punto di vista della fede sono fondamenti, anche in vista della Missione Giovani che vivremo a Novembre. Giorni per confrontarsi, ri ettere, darsi, af darsi e chiedersi (magari di notte, al freddo, davanti addalle comunitàuna croce vuota): “Non so come hai fatto, non so perché; ma io sono QUI”.Giulia (educatrice ado)Per me il triduo pasquale è un momento importante. Si presenta in questi giorni l’opportunità per poter riscoprire la grandezza di Gesù Cristo, pienamente uomo e pienamente Dio. Anche questa volta per vivere al meglio questo tempo abbiamo scelto di fare 4 giorni di vita comune, nei quali erano presenti adolescenti, diciottenni e giovani. Un’esperienza assolutamente positiva. Ho iniziato questo triduo pasquale con molti interrogativi e alla ne sono tornato a casa con qualche risposta ma più interrogativi di quelle che avevo in principio. È il bello di Dio: rispondere a delle domande, se pur semplici, con altre domande, quasi per dimostrare quanto abbia anche lui un profondo bisogno di me e del nostro dialogo, quindi perché dare risposta direttamente quando può prolungare la conversazione?Una risposta certa però me l’ha data e desidero condividerla. La domanda che mi ponevo da un po’ era: dove posso trovare Dio nella mia vita quotidiana? Questo Dio che a volte sembra così lontano e inscrutabile... Da educatore adolescenti la risposta l’ho trovata lì, davanti a me. E’ in ogni singola ragazza e in ogni singolo ragazzo con il quale mi relaziono; nel loro cammino di fede che lentamente trova conferme; nella loro voglia di fare, di mettersi in gioco e nel loro essere belli nella vita. Vedo quel Gesù veramente risorto. Io sono un educatore ma, anche questa volta, alla ne, reputo di avere ricevuto da questi ragazzi più di quanto ho dato.Stefano (educatore ado)pag.28dalle comunità