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Aprile 2016Dall’11 al 13 marzo il Colle don Bosco è stato riempito dall’entusiasmo gioioso di tanti ragazzi e ragazze dei gruppi GrAdo e GxG che si sono ritrovati qui per partecipare agli esercizi spirituali. È per me il terzo anno che ricevo la proposta - e il dono - di accompagnare le ragazze in questi tre giorni ed ogni volta mi accorgo di partecipare ad un’esperienza nuova.Sono giorni in cui volti noti e ignoti s’incontrano. Insieme vivono tempi di gioco, spazi di silenzio, di meditazione, d’interiorità, di profondità, di confronto. Sono giorni in cui si diffonde quel profumo che nasce da ogni incontro autentico con l’altro e nell’Altro.Per quanto riguarda l’argomento degli esercizi, quest’anno le ragazze sono state coinvolte nel confronto con il tema della preghiera, perché possa crescere in loro il desiderio di un cuore che prega, e che prega sempre, perché vive sempre alla presenza di Dio. Ciascuna giovane è stata invitata ad entrare in preghiera non come se questa fosse una semplice opera buona compiuta da noi verso Dio, una nostra azione, ma anzitutto considerandola come ciò che davvero è: dono di Dio all’uomo, opera dello Spirito Santo in noi.“Allo stesso modo anche lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché nemmeno sappiamo che cosa sia conveniente domandare, ma lo Spirito stesso intercede con insistenza per noi, con gemiti inesprimibili; e colui che scruta i cuori sa quali sono i desideri dello Spirito, poiché egli intercede per i credenti secondo i disegni di Dio.” Rm 8,26-27Nel cammino per scoprire qualcosa in più della preghiera, le ragazze si sono lasciate accompagnare dalle suore che hanno presentato la gura del profetadall’ispettoriaElia, colui che sta alla presenza di Dio, e che con il suo nome - il Signore è Dio - annuncia di aver un chiaro progetto di vita: vivere unito a Lui. Abbiamo seguito i passi del profeta, percorrendo il suo cammino verso il monte di Dio, l’Oreb, e ci siamo poste in ascolto della voce del Signore, nel mormorio di un vento leggero. Dall’ascolto, Elia è spinto a mettersi nuovamente in cammino per testimoniare la presenza del Signore in mezzo al suo popolo.Un cuore che prega, come il cuore di Elia, sta sempre alla presenza del Signore e lo spinge ad annunciare con la vita la gioia dell’incontro con Lui. Così è il cuore di Don Bosco e di Madre Mazzarello: anche loro sono stati interpellati nella ricerca in profondità sulla preghiera. È questa l’origine dell’amore che hanno potuto donare ai giovani: hanno saputo vivere in “spirito di preghiera”, uniti a Dio, e per questo portavano ovunque il Suo amore, per ridonarlo continuamente nella concretezza del quotidiano.Oltre alle meditazioni le giovani hanno vissuto con grande partecipazione la via Crucis notturna, e lo stesso si può dire della celebrazione penitenziale, occasione per vivere in prima persona la grazia del perdono di Dio.Ciascuna ragazza ha avuto la possibilità di camminare nella fede alimentando la sua preghiera, di scoprire qualche cosa per vivere sempre più nell’amicizia con Gesù.Ognuna ha potuto fare un passo, anche piccolo, partendo dal punto del cammino in cui si trovava.Rita (postulante)dall’ispettoriapag.13