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Aprile 2016Domande toste che mi hanno interrogato e che mi interrogano tutt’ora. No, io credevo di darmi di Lui ma la realtà è che non mi piace non avere il controllo e af dare determinate cose a qualcun altro; mi piace avere orari precisi, date, luoghi pre ssati, mi danno sicurezza, mi permettono di dire: “coraggio, vai avanti giorno per giorno”. E’ come quando ti chiama tua mamma e ha visto un vestito carino e te lo vorrebbe comprare ma non si può provare di persona, in quel momento e allora cosa fai? Puoi sperare che tua mamma azzecchi taglia, colore o i tuoi gusti e dire si subito oppure, per paura dire di no. I casi sono due: o si è fatto un bell’affare oppure si è perso. Cambia tutto nel momento in cui Colui di cui ti dovresti dare da la propria vita per te... questa cosa mi disarma e mi rimette in gioco.Con GS il venerdì pomeriggio andavamo in montagna, per parchi o per le città a fare la via crucis e alle tre, settemila ragazzi sotto il sole rovente o sotto la pioggia, in mezzo ai campi o nel fango si inginocchiavano, nel momento in cui sentivano: “...E detto questo spirò.”A Bibbiano eravamo nella cappella dell’istituto ma quel momento l’abbiamo vissuto intensamente tutte insieme, in ginocchio, in silenzio, davanti a Lui. Lì mi rendo conto della mia piccolezza e fragilità e non posso che dire: “Sia fatta la tua volontà”. “Perché si scopre che anche l’uomo sarà felice solo nel servire, nel condividere, nello spostare il baricentro dalla propria vita; dall’io all’altro”. Ed è stato proprio un altro a spronarmi a partecipare a questi giorni, recuperando tutte le informazioni no all’ultimo. Sembra scontato ma senza quella persona avrei perso un’occasione e gli sono grata.Ecco, allora il mio impegno, darmi anzi, af darmi a Dio consapevolmente e lealmente perché Lui ci vuole felici! Delle frasi di Chiara Lubich mi hannodall’ispettoriacolpita in proposito e dicono: “Unico Dio, unica volontà, cambia per ciascuno; bisogna camminare nel proprio raggio senza scostarsene mai. E camminarvi nel tempo che c’è dato”. “Dunque fare la volontà di Dio non signi ca rassegnazione ma la più grande avventura divina che possa toccare ad una persona giacché la può vivere ognuno, in qualsiasi luogo, situazione o vocazione si trovi, può essere la carta d’accesso delle folle alla santità”.Sabato mattina, mentre smontavamo le brandine per tornare a casa una ragazza mi ha detto: “Che peccato che torniamo di già” e ho pensato che era vero ma ritornare signi cava sperimentare quelle esperienze, quelle novità riscoperte per metterle da subito in pratica, sperando, ovviamente, di rivivere e rivedere quel gruppo di ragazze agguerrite nello sport (riferito alle partite af atate di calcio e pallavolo) e nella vita, alla ricerca insieme a me di Qualcosa di grande, misterioso e bello. “Perché l’amore è possibile solo tra due cuori feriti”.Maria aiuto dei cristiani, prega per noi.Noemidall’ispettoriapag.15