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Dicembre 2016gratis”, che la vita è una meravigliosa, a tratti faticosa, conquista. Impopolare, celebre sentenza da “vecchio” questa, si rischia di mostrare al mondo la propria “antichità”! Facciamogliela vedere allora la meta: il sogno da realizzare, un sogno piccolo, possibile, perché questa non è la scuola dei fenomeni e noi tutti lo sappiamo, il sogno di un lavoro che dia tante, piccole, soddisfazioni, a partire dal riconoscimento che tu, proprio tu che non sei “scolasticamente adeguato”, sei capace di fare tante cose, cose che sono “per gli altri”, perché anche tu hai qualcosa da “dare”.Eppure se lo guardo adesso, più che pensare alla meta, mi viene da pensare che la strada è ancora lunga, che c’è il pericolo delle deviazioni pericolose, di facili scorciatoie che conducono lontano, troppo lontano da qui....E mi chiedo chissà cosa hai fatto ieri sera, a che ora sei andato a letto, faccia pulita la tua, ma sa di vita sregolata, di sogni ridimensionati, di aspettative deluse, di uno che sa di essere sempre in bilico. Eppure, tu che quando mi guardavi all’inizio sembravi perso, messo lì per caso, ti sei accorto che c’è in gioco la tua vita, che qui si fa sul serio, che chi ti sta accanto fa il tifo per te, così gratuitamente. Perché io e te lo sappiamo che hai un cuore buono, che dentro di te ci sono delle risorse di bene, ma si sente che hai bisogno di rispecchiarti nei miei occhi per scoprire di essere capace, per sentirti rassicurato dalle mie parole quando ti dico che ce la farai, quando ti dico che prego per te e i tuoi occhi si illuminano, lasciandomi senza parole.Perché tu di parole non ne hai tante, quando si tratta di parlare di te, di quello che provi, le parole non arrivano, eppure a volte esibisci tanta sfrontatezza davanti ai tuoi amici che diventa dif cile credere alla tua timidezza; qualcuno la chiamava “ladalle comunitàtimidezza dei poveri”, questa povertà di parola. Ti sei sentito spesso inadeguato a scuola, insomma, inutile farne una tragedia, lo sappiamo entrambi che sei una “testa dura”: tu stesso lo ammetti di avere dif coltà con lo studio, lo riconosci con una certa tristezza, ma ora che hai trovato la tua strada, che conosci la meta, la fatica acquista un sapore diverso.E al CIOFS ti senti accolto, anche quando si tratta di cose serie, di smontare i concetti e ristrutturare le conoscenze, di far sentire che si può imparare facendo, che al sapere ci possono arrivare anche quelli che come te sono abituati a pensare con le mani, che si apprende sempre insieme agli altri e che da te io posso imparare.Un pezzetto di strada ci separa, mi convinco a non guardarlo, ma so che sa che l’ho visto, lo sento il suo sguardo. Allungo il passo, ma non c’è storia: diventa una gara a chi per primo attraversa il cancello... mi prende, mi supera... non alzo lo sguardo, ma lo vedo, pettinato con cura, adrenalinico, speriamo che sia un’adrenalina “naturale”. E’ lui che intercetta il mio sguardo, due occhi azzurri come il cielo e un sorriso stampato sulla bocca: “Buongiorno prof!”.Due parole e uno sguardo, non ce la posso fare:si accende anche il mio di sorriso, è un sorriso che si vede, ma nasce dal profondo di me e penso che se varcando quel cancello ti si accende il sorriso, allora non è stato vano averti incontrato... perché sei tu che rendi più bella la mia vita e che mi insegni che c’è più gioia nel dare che nel ricevere, che questa mia vita ha un senso anche perché esisti tu...Un Formatore del CIOFS FP di Cinisello Balsamopag.22dalle comunità


































































































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