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Marzo 2016futuro. In una parola, che tante volte ho sentito dal nonno: era benedizione. E io, che conoscevo Dio solo dalle parole del nonno, ottenni la benedizione, ma... come Esaù, non come me stesso. Ero benedetto, sì, ma esiliato dai miei sogni e dai miei desideri. Bisogna proprio rinunciare a sé stessi per essere graditi a Dio?Quante volte, Padre, ti ho immaginato diverso,come un Dio che pretende,come un Dio che ha un disegno nel quale bisogna entrare...Quante volte ho pensato che avrei dovuto dimenticare i miei desideri,annullare le mie passioni, bloccare la mia voglia di agireper fare ciò che tu hai stabilito.E quante volte i miei peccati e i miei fallimenti, pesanti come macigni,mi hanno fatto sprofondare nella vergognae nel sonno della s ducia...Ma oggi, Signore, ti ho trovato nel mio sogno,non come evanescente gura,ma come alleato che mi sta accantoe mi invita a riprendere in mano i miei desideri.Oggi, Signore, ho scoperto che tu abiti nei miei desideri, perché sei tu ad avermeli messi nel cuore,perché possa trovarti e incontrarti.E ora, Signore, ti offro i miei desideri:orientali come vuoi,perché possa con te collaborarenel realizzare quella tua volontàche oggi ho scoperto essere la mia gioia.Amen.Fare qualche passo indietro per osservare il quadro nella sua interezza: ecco la scelta di dire Si al ritiro didalle comunitàQuaresima. Neve copre i ori già in bocciolo e copre la bellezza del lago, sof ce e silenziosa mi aiuta ad immergermi nel personaggio/tema di Giacobbe. Una storia di lotta e di dubbio la sua, ma anche di Promessa e Desiderio... il suo desiderio rivela il mio desiderio, tutto allora si apre, tutto parla di ducia e rinascita, anche il grigiore del cielo lascia il passo ad un azzurro perfetto.La Promessa è mantenuta, “verrà a noi come la pioggia d’autunno, come la pioggia di primavera che feconda la Terra”.Annalisadalle comunitàpag.47