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Marzo 2016pubblicano solo 6. Il primo torna a casa non giusti cato; il secondo vi ritorna perdonato dai suoi peccati. Il fariseo non ottiene il perdono, non perché ringrazia Dio riconoscendo i doni ricevuti e le sue buone azioni, ma perché impugna tutto questo per giudicare e disprezzare il pubblicano.• Nelle parabole c’è sempre una relazione triangolare: un padre e due  gli; 99 pecore, il pastore, 1 pecora; 1 creditore e due debitori ecc.• La parabola vale per ciascuno di noi, interpreta la nostra vita cristiana e la trasforma dal di dentro.• La gioia aggancia la parabola alla vita.• Le parabole non sono le solite storie umane, sonola storia di Dio• Il Vangelo è sempre vivo perché c’è semprequalcuno che lo prende sul serio.Ci si può domandare: perché tante parabole sulla misericordia? Ne poteva bastare una. Gesù ha voluto raccontare la storia delle diverse persone che vivono la misericordia come il Padre.Riconoscersi peccatori è ammettere che siamo tutti in debito con Dio. Ecco perché il Papa lo dice continuamente e con sincerità.Per ogni parabola don Fabio ha dedicato una meditazione di 50 minuti al massimo. Per la parabola del Padre misericordioso ha tenuto quattro meditazioni di cui l’ultima davanti al dipinto di Rembrandt.Ci ha lasciato senza  ato in alcuni momenti con espressioni del tipo:• L’inferno è la sofferenza di non poter amare. Allora ogni istante della nostra vita terrena, vissuto senza amore, è l’anticipo dell’inferno.• La preghiera perseverante può cambiare il cuoredall’ispettoriadi Dio.• Preghiamo per capire la domanda, cosa chiederea Dio, più che pretendere la risposta.• Dio non sceglie perché si è buoni ma per renderebuoni quelli che sceglie.• Dove c’è il giudizio per l’altro, scompare la giustiziadi Dio.• Dove non c’è misericordia per l’altro, non c’è lamisericordia di Dio.E ci ha salutate con questo augurio:“Osservate e insegnate la misericordia e sarete grandi nel Regno dei cieli”.Sr Maria Teresa ci ha dato 5 Buone Notti lanciandoci forti messaggi:Ascoltiamo pienamente il Signore per seguirlo radicalmente; la santità si deve vedere, dobbiamo “essere santi in maniera epifanica” (S. Weil) Ricordiamo l’icona dell’Istituto per il sessennio: i discepoli di Emmaus! Dobbiamo recuperare la gioia dell’incontro, dell’annuncio, della solidarietà perché il nostro futuro è già abitato da Dio.Nella Famiglia Salesiana, la nostra speci cità è quella di tenere viva la presenza di Maria Ausiliatrice, oggi, con un volto femminile e mariano.La Madre ha affermato che la crescita del nostro Istituto è legata ad un rinnovato spirito missionario.L’impegno di tutte è quello di fare esperienza di misericordia, di gustare profondamente la gioia di essere perdonate, per diventare sempre più persone capaci di accoglienza, di fraternità e di compassione le une verso le altre.Sr Anna Nizzoladall’ispettoriapag.11


































































































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