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Dicembre 2015GrGiò“La vocazione non è un “tu sì e tu no”, ma un “tu qua e tu là”. E per scoprire ognuna la propria, unica e speciale, ci vuole un cammino. Per questo il week-end del 5 e 6 dicembre a Metanopoli si è svolto il terzo incontro del GrGiò, un percorso che vede come protagoniste ragazze, di età e storie diverse, che stanno cercando di capire quale sia il bellissimo disegno di Dio su di loro.E quale data migliore si poteva scegliere del week- end prima della festa dell’Immacolata, Maria, la donna che per prima, facendosi serva del Signore, è diventata scultura per le abili mani di Dio, che per lei aveva un progetto di amore e salvezza? Siamo partite, infatti, con la lectio proprio sul Vangelo di Luca che racconta l’Annunciazione dell’angelo Gabriele a Maria, soffermandoci su come un “sì”, un “eccomi” possa cambiare la nostra storia, e quella di chi ci sta accanto: Maria prima di partorire  sicamente, sembra abbia “partorito” Gesù attraverso la Parola.È la protagonista di un grande incontro, che avviene nella sua intimità ma coinvolge tutta l’umanità: quando Dio entra nella nostra vita scombussola tutto, segnando nella nostra storia un prima e un dopo. La nostra logica viene invertita da quella di Dio: Maria diventa serva per essere madre del Re, piccola per un grande progetto di salvezza, e semplice per un progetto che sembrava impossibile. Quanto è bella Maria! Non si può amare Gesù, se non si passa per mezzo di lei! Dopo la lectio abbiamo avuto un lungo tempo di silenzio, opportunità di ri essione, confronto ed approfondimento di noi stesse, per noi stesse, ma con il Signore.La provocazione (o pro-vocazione) del giorno dopo, invece, era divisa nei due gruppi, discernimento e scelta. Noi del discernimento abbiamo affrontato il temadall’ispettoriadella preghiera e dei Sacramenti, perché “pregare è amare” e “chi impara a pregare impara a vivere”. Dopo un altro momento di silenzio personale, possibile confronto o preghiera, c’è stata la condivisione, sempre molto ricca: un “mercato di doni”, in cui ognuna allo stesso tempo dona qualcosa di sé stessa alle altre, ma riceve altrettanto, in modo gratuito. Diversamente dagli altri incontri a Nave, eravamo in una comunità di Figlie di Maria Ausiliatrice: ogni momento, dai pasti alla Santa Messa, dalla serata di gioco alle lodi, era caratterizzato da un clima di accoglienza e famiglia, in cui ognuna poteva dire di stare bene e sentirsi a casa. È stato bello il momento in cui abbiamo salutato le suore della casa, e abbiamo donato ad ognuna di loro una candela, promettendoci di accenderla ogni sera per dire insieme un’Ave Maria,  no a Natale. Certe di questo “ lo” che da ora ci unisce, torniamo a casa nella nostra quotidianità, con la certezza che non è solo la  amma della candela ad illuminare, ma soprattutto la vera Luce che riusciamo a far splendere dentro di noi, per accendere anche tutti quelli che ci stanno incontro, per non essere “gente da occhiali da sole”, ma “amanti della veraLuce”. MargheritaDal 25 al 31 gennaio nella comunità di via Timavo ci sarà la possibilità di vivere la settimana vocazionale residenziale...dall’ispettoriapag.5


































































































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