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Dicembre 2015G&G...Servizio Civilea Gallaratedall’ispettoriaSono già tre mesi che abbiamo iniziato il nostro Servizio Civile e in questo tempo buona parte delle relazioni tra noi e i nostri bambini e ragazzi dell’oratorio Don Bosco di Madonna in Campagna di Gallarate dove prestiamo servizio, si sono evolute e si sono trasformate in rapporti di amicizia e  ducia reciproca.Dopo la formazione di tre giorni a Zoverallo, abbiamo potuto avere un ulteriore confronto con gli altri ragazzi del Servizio Civile sulle diverse esperienze che stiamo vivendo.L’incontro è avvenuto il 3 dicembre a Milano nella sede di via Timavo e il tema della giornata è stato il metodo educativo di Don Bosco e Madre Mazzarello. Sr Simona ci ha presentato il sistema preventivo di Don Bosco in particolare l’assistenza salesiana.Dopo questo primo momento abbiamo lavorato a gruppi su alcuni testi che ci presentavano tre ragazze “problematiche” vissute nel Collegio di Morneseche, grazie alla presenza e alle strategie educative applicate con cura e costanza da Madre Mazzarello e della comunità di Mornese, hanno cambiato la loro vita.Il lavoro successivo, guidato da sr Patrizia M. ci ha visto partecipi di una seconda discussione a gruppi in cui ci veniva chiesto di scrivere su un cuore di carta da una parte le domande che, direttamente o indirettamente, i bambini e i ragazzi ci pongono; dall’altra, le risposte concrete che possiamo dargli.Ri ettendo insieme agli altri, ci siamo accorte che la nostra presenza in oratorio è diversa rispetto a quella di chi lavora nelle scuole perché essendo un ambiente più informale i ragazzi sono meno contenuti nei loro comportamenti e ci risulta più dif cile creare un rapporto amichevole con loro piuttosto che rimproverarli per la loro spesso eccessiva vivacità.Nonostante ciò abbiamo constatato dei miglioramenti dovuti alla consapevolezza di essere in un contesto particolare, dove va bene la fermezza ma è necessaria una buona dose di pazienza e di amore soprattutto per coloro che vivono l’oratorio come una seconda casa. Infatti, le domande più frequenti che secondo noi ci vengono poste dai bambini sono dovute alla mancanza di affetto, di autostima e di motivazione; quello che noi possiamo fare è tentare di avvicinarci, anche ai casi più disperati, e fargli capire che non sono abbandonati a loro stessi ma hanno qualcuno che gli vuole bene e li sostiene.Questi incontri ci aiutano ad andare in profondità di alcuni argomenti, a metterci in discussione come educatrici e a vivere al meglio il nostro servizio educativo.Giulia e Giadapag.6dall’ispettoria


































































































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