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Aprile 2017S. Pasquadall’ispettoriaNella luce della Pasqua di Cristo, recupero il testo di un’omelia che l’amato Card. Martini pronunciò in un pellegrinaggio in Terra Santa nel marzo 1984:“Possiamo fare una domanda ai discepoli di Emmaus, nel momento in cui si stanno alzando da tavola di tutta furia per correre a Gerusalemme. Possiamo chiedere loro: dove andate? Essi ci diranno: a Gerusalemme. E noi, di rimando: ma Gerusalemme è grande e c’è un po’ di tutto. C’è del bene, c’è del male, c’è della fede, c’è della non credenza. Voi dove andate? Allora ci indicheranno un luogo preciso: andiamo al Cenacolo!I discepoli di Emmaus non partono alla ventura verso una città anonima: vanno a cercare un ambiente, una situazione che sarà, a sua volta, luogo dello scoppio di un grande fuoco. Vanno al Cenacolo dal quale divamperà la forza dello Spirito Santo, quella carità divina capace di in ammare l’universo.Questo è il programma che sta davanti [a noi]: la nostra testimonianza del Risorto [...] deve sfociare là dove sfocia ogni cammino di Chiesa; deve sfociare nel grande atteggiamento fondamentale del cristiano verso il mondo: la carità! [...] Dalla mensa di Emmaus, da questo semplice conversare di Gesù con i suoi spiegando le Scritture, nascono orizzonti universali di carità missionaria, capaci di incendiare il mondo in cui noi sentiamo la vocazione e la missione.”(da: C. M. Martini, Questo è solo l’inizio)Siamo a tre anni dal Capitolo Generale XXIII che ci ha dato come icona del cammino proprio l’incontro dei discepoli di Emmaus con Gesù Risorto e diventa allora signi cativo riprendere questo brano del Vangelo nella luce della Pasqua che stiamo vivendo.pag.2dall’ispettoria