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Novembre 2016piedi o nei piccoli recipienti di vetro che ho posto per le decorazioni... ed ancora sono i ori del nostro giardino ad “andare” ad onorare la Madonna. Anche le signore del corso di economia domestica passano a salutarla e a racconarle tutte le loro pene. È diventata un dolce punto di riferimento per tutte noi; a volte la sera preghiamo il Santo Rosario con le ragazze davanti alla sua casetta, illuminata da una bella lampadina solare ed anche i nostri cani si accucciano e ascoltano. Tornando alla festa per il nuovo Arcivescovo, è stato interessante vedere un gruppo di carcerati, con i loro secondini, venire ad omaggiare il nuovo pastore e prendere parte al programma.A dire la verità, non è cosa nuova: è parte della riabilitazione far partecipare i detenuti agli eventi sociali. Anche alla festa dei diplomi della scuola Salesiana rurale sono sempre presenti. Infatti una delle carceri di Honiara è dislocata proprio a pochi metri dalla scuola. E’ il carcere dei condannati all’ergastolo, ma siccome sono pochissimi, ultimamente ne hanno aggiunti alcuni di corta pena. Ha un recinto di rete, niente lo spinato, ci sono degli spazi adibiti alla coltivazione personale degli ortaggi ed anche per attività sportive.A volte la domenica vari gruppi parrocchiali si alternano ad andare a trovare i reclusi e fare gare ludiche con loro e anche i bambini della catechesi vi partecipano. Gli studenti della scuola salesiana fanno tornei annuali con loro ed a volte i carcerati vengono alla scuola per le gare sportive. Quando partecipano alle attività o alle feste non ci sono manette, ne’ i secondini portano le armi: vanno tutti insieme e rientrano tutti insieme... e non ne manca mai uno!Il carcere di Honiara, invece, è più restrittivo ed hadalle missionipiù l’aspetto di un carcere. Fino ad ora non mi è mai capitato di andare a visitare queste persone, ma mi dicono che non fa tanta paura entrare in questi luoghi, come si pensa di solito nell’immaginario collettivo. Ci sono anche gruppi di religiosi che vanno in visita ed hanno momenti di preghiera e condivisione della Parola coi detenuti e le ri essioni che questi uomini condividono sono sempre molto profonde, toccano il centro del segni cato della vita e della fragilità umana, ti lasciano con tanti punti di domanda e danno un altro aspetto al senso del giudicare.Uno di loro ci diceva che durante la carcerazione si era reso conto degli errori fatti, di come aveva buttato via le tante opportunità che la vita gli stava offrendo e che, una volta scontata la pena, avrebbe fatto di tutto per non ricadere più in tali errori. E qui è possibile perchè non ci sono forti pregiudizi riguardo gli ex-detenuti, anche perchè non sono tanti e la tendenza culturale è di dare sempre una possibilità di reintegrarsi nel clan e nella vita sociale.Così, piano piano ci avviciniamo alla ne del 2016, sperando che anche gli scarabei che si stanno mangiando le palme da cocco da qualche mese a questa parte si redimano e ci lascino godere i frutti dissetanti che tanto piacciono nel Paci co.A voi tutti auguro un’altrettanto gioiosa conclusione dell’anno, accogliendo i momenti di festa come quelli di lavoro e fatica con la stessa generosità e partecipazione, per rendere felici e rendersi felici, perchè la vita è bella quando viene donata e vissuta a pieno, in tutti i suoi aspetti.Buone feste e alla prossima.Sr Anna Mariadalle missionipag.13