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Gennaio 2017Famiglie così complesse che de nire allargate non basta, in cui si fatica a riconoscere i ruoli, dove gli spazi e i tempi si dilatano o si restringono e spesso non c’è più spazio per la cura delle relazioni. Il nonno depositario di un sapere antico, così lontano, per cultura e attitudini, eppure così vicino, per sollecitudine e capacità empatica, ai propri nipoti; autorevole e fermo, ma anche tenero e complice, perché consapevole di un ruolo “diverso”, arricchito dall’esperienza di vita e privo di quelle con ittualità che spesso si accendono in chi sente la responsabilità della prima linea nella relazione educativa. Una diversità che tu ti sei giocata, stemperando gli interventi educativi nella giocosità di uno “sgiafun” (non sai quanti di noi, formatori, ti hanno invidiato questa possibilità), che ai ragazzi è arrivato come una carezza educativa.Quanti sorrisi, quante manifestazioni di simpatia e affetto intorno a te, che puntuale come un orologio svizzero, qualche minuto prima dell’intervallo, prendevi la tua postazione accanto alle macchinette e in un batter d’occhio ti si assiepavano intorno e... chissà come e perché i più fedeli erano proprio quelli che di te avevano più bisogno. Teste dure i nostri ragazzi, ma veri intenditori di autenticità umana.E noi che ti abbiamo guardata da lontano, in quella calca di teste dure attorno a te, abbiamo ammirato il carisma salesiano nella tua persona, nei tuoi gesti, nelle tue parole, nei tuoi sguardi. Nella presenza gioiosa e operosa, di chi si diverte lavorando e lavorando costruisce legami. E abbiamo riso di gusto, sentendoti comunicare in dialetto milanese con i nostri alunniarabi:verascuolainterculturalelanostra.Tu,le nostre radici, loro, i ragazzi, le nostre ali!dalle comunitàNon possiamo dimenticare, memento ad invicere: è un impegno, fondato sulla certezza che anche tu ci tieni nel cuore, come hai dimostrato tante volte. I nostri ragazzi, che hai sostenuto con le tue preghiere, e dei quali certamente ti ricordi il nome, non ti dimenticheranno, perché sanno di avere un posto speciale nel tuo di cuore, “non basta voler bene ai giovani, bisogna che lo sappiano” e loro, suor Giuliana, lo sanno il bene che hai loro voluto e vuoi.Un posticino piccolo piccolo nel tuo cuore, però – ne siamo certi- lo abbiamo anche noi formatori, perché anche noi ci siamo sentiti guardati da te, accarezzati dal tuo sguardo, forse qualche volta anche a noi avresti voluto fare il dono della... tua carezza educativa... sempre con lo stesso stile, quello della parolina all’orecchio, affettuosa, costruttiva, scanzonata, tanto da essere presa come si prende una medicina da chi ti vuolbeneechecihafattostarebene,neinostripanni di educatori in erba.Anche noi abbiamo avuto bisogno delle tue carezze, come quelle che sono arrivate, quasi per sbaglio e all’improvviso, con la domanda giusta (“alura.. quant te se spusess...”), come se la distanza e il tempo che ci dividono non esistessero.Che queste nostre parole ti giungano, cara suor Giuliana, come carezze affettuose e si soffermino sulle tue bellissime rughe... sono belle le rughe quando parlano di amore dato e ricevuto; ci auguriamo anche noi queste rughe, ci auguriamo anche noi un cuore che sogna e non invecchia, perché con te e a tutte le altre suor Giuliane “diversamente giovani”, nel sogno più grande, vogliamo restare...I Formatori del CIOFS FP Mazzarellodalle comunitàpag.13


































































































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