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Novembre 2016Raccontare GesùCristo con i linguaggidi oggiNuovo è il tempo che stiamo vivendo, nuovi i mezzi da mettere in campo. La relazione con i ragazzi è una s da che non ci deve scoraggiare.dall’ispettoriaSabato 12 novembre ho avuto l’opportunità di partecipare ad un incontro molto interessante: “Raccontare Gesù Cristo con i linguaggi di oggi”. Questo tema mi ha sempre interessata, ma oggi lo sento fondamentale non solo per il mio essere educatrice e catechista, ma anche giovane nonna.Di fronte ai nipoti quasi adolescenti, sapere qualcosa di più sui nuovi canali comunicativi evita incomprensioni ed è una modalità per entrare in comunicazione con loro altrimenti il rischio, come ha detto sr Simona all’inizio dell’incontro, è quello di passare sopra le loro teste.Don Gianluca Bernardini, relatore dell’incontro, è stato molto chiaro e rassicurante quando ha sottolineato che occorre operare una netta distinzione fra fede e dottrina.Noi siamo tenuti ad annunciare il Vangelo con la nostra vita e le nostre scelte di fede, che sono un’esperienza del cuore e non della mente senza preoccuparci eccessivamente della dottrina che è legata alla razionalità.Poi la rassicurazione è venuta dal “contenuto forte” del messaggio evangelico: noi siamo “poveri mezzi”; per fortuna c’è la Grazia che non ci abbandona mai.“Non si può parlar di Dio se non si parla con Dio” (Benedetto XVI) questa è una affermazione che ho molto apprezzato perché in ultima analisi c’è la forza straripante della preghiera che deve sostenerci in tutte le nostre scelte.Personalmente ho sempre creduto all’insegnamento creativo, vale a dire evitare la noia a tutti costi, quindi occorre sempre inventarsi proposte nuove senza il timore di fallire o di sporcarsi le mani; tenendo sempre presente ciò afferma Sant’Agostino “Nutre la mente solo ciò che la rallegra”.La tentazione della Chiesa è sempre stata quella di mettersi sulla difensiva, ma non dobbiamo aver paura dei nostri dubbi o di non avere sempre tutte le risposte.Abbiamo bisogno di conoscere le canzoni, i lm e le trasmissioni da cui i ragazzi traggono notizie per cui è utile conoscere il loro linguaggio simbolico-narrativo se si desidera interagire con loro.Non ci sono ricette preconfezionate ma non dobbiamo smettere di usare tutta la creatività e la tecnologia disponibile, facendo attenzione che esistono in rete prodotti che sembrano dottrinali ma che non intercettano il discorso della fede.Nuovo è il tempo che stiamo vivendo, nuovi i mezzi da mettere in campo. La relazione con i ragazzi è un s da che non ci deve scoraggiare.Tanti spunti che sono stati offerti nella mattinata sono adesso da riprendere e soprattutto da mettere in pratica. Ringrazio ancora per l’opportunità offerta.Alice Gdall’ispettoriapag.9