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Aprile 2016da mons. Luigi Stucchi, vicario episcopale per la vita consacrata femminile. Il pomeriggio si è concluso con i vespri solenni in Basilica a cui è seguita la cena, in un clima cordiale e fraterno a conferma della bellezza di queste occasioni per allargare lo sguardo e arricchire lo spirito.Riassumerei ciò che ho vissuto con gli altri giovani in formazione in tre slogan:Chiamati in Lui, con Lui e per Lui. Davanti alle s de del mondo spesso ci sentiamo schiacciati e dispersi nel dover portare avanti le stesse opere del passato ma con forze decisamente diminuite. Ci sentiamo concordi nel ribadire che la nostra Forza non è nel “fare”, quanto nell’” essere” (Sacramentum caritatis, 81).I giovani, gli adulti e gli anziani interpellano la nostra vita e la nostra testimonianza alla ricerca di quel “Lui” che ci ha sedotto e che dovrebbe trasparire e in ammare la nostra vita per poter poi contagiare quella degli altri! Per questo non è tanto importante il come rispondiamo a quell’Amore, ma ciò che davvero conta è essere felici della risposta che abbiamo dato, felici di quello che siamo e felici di quello che facciamo! Felicità che poi ci spronaad una testimonianza complementare.Nella condivisione a gruppi questo è emerso in modo corale: non esistono tu ed io ma, noi! Tutti, consacrate/i e seminaristi siamo stati chiamati a una missione comune! Come nel corpo “l’occhio non può dire alla mano: «Non ho bisogno di te»” (1Cor 12,21), così sia anche fra noi! Nella chiesa particolare capiamo quanto sia ef cace il pensare insieme ancor prima che il programmare; quanto sia importante conoscersi, stimarsi ed aiutarsi! Questo non solo per la carenzadall’ispettoriadi forze, ma perché la comunione nelle diversità è già testimonianza immediata, ef cace e provocante! L’ascolto e la conoscenza reciproca vissuta nei diversi gruppi ci ha portato al desiderio di incontrarci più spesso nell’arco di un anno, anche nelle diverse zone pastorali e magari di osare nell’organizzare qualcosa insieme, certi che nessuno “ruba” all’altro ma, solo insieme, si concorre al Bene dei fratelli con l’apporto speci co di ciascuno!Ci rendiamo conto, però, che il nostro modo di vivere debba subire un “improrogabile rinnovamento” (EG. 27) operato urgentemente con coraggiosa profezia: questo a discapito dell’ef cacia della nostra testimonianza.Il nostro sogno è il sogno di Papa Francesco: “sogno una scelta missionaria capace di trasformare ogni cosa, perché le consuetudini, gli stili, gli orari, il linguaggio e ogni struttura ecclesiale diventino un canale adeguato per l’evangelizzazione del mondo attuale, più che per l’autopreservazione”. (EG. 27)Il profeta non ha paura di apparire impopolare perché ha  sso lo “sguardo sulle cose di lassù”; oggi più che mai abbiamo bisogno di profeti che facciano  ltrare luce oltre la nebbia! Perché la Luce c’è, ed è forte oggi come ieri ed è questa l’unica forza che ci spinge ogni giorno a ripetere con  ducia il nostro Sì, nella certezza di non rimanere delusi!Grazie a tutti quelli che hanno reso possibile questo incontro e grazie a chi ha partecipato rendendo tangibile la Bellezza di essere Chiesa in cammino!Sr Laura Agostanipag.18dall’ispettoria


































































































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