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Febbraio 2016COMUNITA’ DI GALLARATE - MADONNA IN CAMPAGNA (MIC)Giornata per la vitaEcco la testimonianza di un’operatrice del CAV (Centro di Aiuto alla Vita) durante la S. Messadalle comunitàBuongiorno a tutti.Come tanti di voi già sanno mi chiamo Sandra Lombardi, per alcuni sono Sandra Conca, per i più piccoli Maestra Sandra. Sono qui perché la scorsa settimana il direttivo del CAV (Centro di Aiuto alla Vita) mi ha chiesto se me la sentivo di offrire la mia testimonianza come volontaria perché la Comunità Pastorale Maria Regina della Famiglia ci aveva invitati. Ho accettato, anche se parlare al microfono non è mai facile: per questo dal direttivo è arrivata una traccia di cosa dire alla quale ho aggiunto la mia esperienza. Innanzitutto ringrazio di cuore – a nome del CAV – per questa opportunità.Vi ringrazio soprattutto per la stima e la  ducia che ci avete sempre dimostrato, anche molto concretamente, perché il Centro di Aiuto alla Vita vuole essere l’espressione di un’intera comunità accogliente, e la comunità cristiana è senz’altro il luogo in cui l’accoglienza trova la massima concretizzazione.I Centri di Aiuto alla Vita sono una realtà presente in tutto il territorio nazionale; anche il nostro CAV – che ha sede a Cassano ma opera in tutto il decanato di Gallarate – ha come compito speci co quello della prevenzione dell’aborto volontario, cercando di essere d’aiuto alle donne che si trovano in dif coltà a causa di una gravidanza non desiderata o che accade in una situazione familiare già dif cile.Come ha detto Papa Francesco incontrando i volontari di tutti i CAV nazionali nel novembre scorso: “Per i discepoli di Cristo, aiutare la vita umana ferita signi ca andare incontro alle persone che sono nel bisogno, mettersi al loro  anco, farsi carico della loro fragilità edel loro dolore perché possano risollevarsi”.I mezzi che abbiamo a disposizione per essere di aiuto alle mamme o alle famiglie sono diversi: talora è suf ciente far sperimentare alla mamma che non sarà sola nell’affrontare la situazione, altre volte è necessario garantire un sostegno economico, altre ancora occorre individuare un contesto di accoglienza (una comunità o una famiglia disponibile) perché la mamma ha la necessità di un luogo tranquillo e sereno nel quale trascorrere la gravidanza e stare con il proprio bambino almeno per i primi mesi.In tutto questo lavoro, il metodo che ci guida è quello della CONDIVISIONE; è mettersi accanto a chi ci chiede aiuto per fare un pezzo di strada insieme, senza giudizio e senza pretesa, in modo che sia più facile affrontare fatiche e dif coltà.Cosa vuol dire essere volontari nel CAV?Vuol dire trovare un quarto d’ora un lunedì sera al mese per recarsi presso il CAV a ritirare “il pacco” (pannolini, latte in polvere, alimenti per l’infanzia, indumenti, carrozzine, lettini, seggioloni...) e un’ora per ciascuna famiglia che viene af data per consegnarlo e ascoltare, ...ascoltare, ...ascoltare.Io in questo momento ne sto seguendo tre. Altri volontari ne seguono  no a cinque.Questo perché il numero dei volontari è molto inferiore al numero delle mamme che chiede aiuto.Un altro modo di essere testimoni dell’operato del CAV, ma soprattutto del Vangelo, è quello di essere presenti nelle rispettive comunità parrocchiali.pag.20dalle comunità


































































































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