Abbiamo tutti bisogno di modelli, soprattutto i giovani!
I modelli devono essere veri e significativi, non di carta o in celluloide, non occasionali e a buon mercato, neppure digitali o messi in vetrina.
I modelli sono quelli a cui si guarda per crescere, non per fare passi indietro; e crescere vuol dire puntare a cose grandi e non ci riferiamo di certo a questioni economiche e di potere.
I modelli da cercare ed emulare sono persone “realizzate” e che hanno fatto un percorso anche doloroso e senza troppe semplificazioni.
Che stiamo dicendo? Siamo pazzi? È tutto il contrario di ciò che ci offre la società di solito attraverso il web, la tv e la pubblicità. Sì, tutto il contrario, ma non follia, bensì è storia, la storia della salvezza insieme a Maria la madre di Gesù!
Maria è innanzitutto la Madre e continua la sua missione di Madre della Chiesa, a cui affidarsi, Lei umile serva in cui il Signore ha fatto grandi cose, per diventare tra i giovani testimoni dell’amore inesauribile del suo Figlio.
Sì, con Maria “giovani per i giovani” nella prevenzione e nella lotta contro tutti i mali che minacciano la loro vita, dall’aspetto fisico, economico, sociale, fino a quello morale e spirituale, che mettono a rischio la loro felicità e persino la loro salvezza.
Si tratta di una devozione non passiva, ma militante, fatta di affidamento, fiducia, appartenenza, disponibilità, servizio. Non è la dimensione del “fare delle cose”, appariscenti o meno, ma di diventare modelli credibili ed efficaci per altri giovani; è dunque la vita stessa così a parlare, a cantare il Magnificat nel quotidiano.
Tutti i giovani animatori ed educatori dovrebbero guardare a Maria con una “devozione educativa” e con un’azione preventiva.
Un’azione che si caratterizza nell’andare incontro, nel fare sempre il primo passo, nel prediligere gli ultimi, i poveri, gli abbandonati e chi è a rischio. Chi li può difendere se non Dio e chi è di Dio? Chi sta sotto la loro croce quotidiana dei giovani alla maniera dell’Addolorata?
Come Maria alle nozze di Cana, siamo chiamati a condividere la gioia, a essere attenti ai bisogni degli altri, a vivere non centrati su noi stessi ma sugli altri, a scoprire la presenza di Gesù e a orientare verso di Lui, come l’unico che può rispondere ai bisogni più profondi e ai problemi esistenziali, ad essere credenti e credibili, così che “sia la nostra fede quella che rende possibile la fede di altri”.
Marco Pappalardo vinonuovo.it