Verso il Terzo Giorno
Questo periodo che ci tiene in agitazione per le sorti del mondo, per i tanti focolai di guerra, tra marce della pace e le canzoni del Festival, questo periodo di dibattiti e monologhi, di rabbia e di ansia, per i cristiani è tempo di Quaresima. Rischiamo di perderci tra le tante preoccupazioni e di restare schiacciati dal peso di ciò che ci circonda, dimenticando di guardare a Cristo che ha portato su di sé la Croce e i peccati del mondo.
La Quaresima è tradizionalmente un tempo di riflessione e di preghiera finalizzate principalmente a celebrare la Pasqua.
Nella logica della ricerca di ciò che è essenziale per la vita si inserisce anche il digiuno, segno esteriore di rinuncia non solo al superfluo, ma anche al necessario per ricordare a se stessi, innanzitutto, l’unico necessario e irrinunciabile nella vita: Dio.
La rinuncia non può mai essere fine a se stessa, ma è sempre per giungere a qualcosa di meglio e di superiore.
Si rinuncia per crescere nella padronanza e nella volontà su se stessi, per condividere, facendo memoria dell’unica paternità, dell’unica figliolanza, dell’unica fraternità.
In questi tempi, purtroppo non unici, in cui è violentemente messa in crisi la convivenza sociale a livello mondiale, si deve fare più insistente la nostra preghiera e la nostra capacità di condivisione.
La pace si costruisce anche con la solidarietà, con il sostegno, con la carità e con la vigilanza evangelica, che si traduce educativamente in capacità critica, rifiuto di slogans a effetto, azioni di corto respiro, intelligenza e studio nell’acquisire le notizie di cui ci sommergono gli organi di stampa.
La notizia del giorno di Pasqua, l’annunzio del terzo giorno, non è un necrologio ma motivo di speranza ieri, oggi, sempre:
il sepolcro è vuoto, Cristo è risorto!