«E a fare la spesa per me chi ci pensa?» oppure «il mondo è pieno, non c’è posto per i poveri!»
Sono alcune delle risposte – fortunatamente poche – che Paola, studentessa del quinto anno del Liceo Classico e Scientifico “Don Bosco”, ha accolto con un sorriso, nonostante la durezza, in occasione della Giornata Nazionale della Colletta Alimentare a cui ha dedicato tutta la mattinata di sabato scorso insieme a diversi compagni di classe. «In momenti come questi – afferma la ragazza – dove ciò che è di vitale importanza diventa difficile da possedere, c’è chi ha la voglia di mettersi in gioco e di aiutare il prossimo, dunque pure le frasi più dure possono essere accettate senza prendersela troppo.
Il futuro è incerto, non sappiamo cosa sarà di noi, quindi è oggi che possiamo fare qualcosa di buono; in fondo stiamo semplicemente facendo per gli altri ciò che vorremmo, chissà un domani, fosse fatto a noi. “A piene mani ho donato, a piene mani ho ricevuto”, sono le parole che porto in cuore di un architetto francese, il segreto della nostra felicità, quella vera!».
È stata un’esperienza bellissima e formativa anche per Federico, all’inizio un po’ titubante: «Mi sentivo imbarazzato nei primi momenti, ma pian piano mi sono lasciato andare e ce l’ho messa tutta per far sì che il mio contatto con le persone fosse significativo, coinvolgente e convincente. Nella vita, l’aiuto del prossimo è fondamentale, le persone più sfortunate e deboli vanno sostenute, e questa iniziativa nazionale l’ha fatto grazie a tutti i volontari che hanno scelto di partecipare e alla generosità del prossimo. Le emozioni sono state molteplici, ho imparato che le persone bisognose vanno messe al primo posto, loro contano su di noi, e noi dobbiamo sempre sostenerle. Ho riflettuto molto sui fatti che stanno accadendo nel mondo e magari questo piccolo gesto di servizio, compiuto da me e dai miei compagni, contribuirà a renderlo migliore in qualche modo, così come ha contribuito a rendere noi più felici».
Ore in piedi al supermercato, avanti e indietro, ma nessuna stanchezza, anzi la voglia di stancarsi proprio caricando più spesa possibile donata. «Fortunatamente le soddisfazioni non tardano ad arrivare – aggiunge Giovanni – già verso le 10 cominciano le prime donazioni, tra conoscenti che ho incontrato e invitato a partecipare ed altri sconosciuti che con un sorriso ci hanno detto: “È Natale, tutti meritano di mangiare”.
Un ragazzo è entrato ed uscito dal supermercato solo per fare la spesa per la Colletta e con un gran sorriso ci ha dato diversi pacchi di pasta ed alcuni alimenti a lunga conservazione. Grazie alla generosità della gente la mia paura di riempire pochi scatoloni si è rivelata falsa, a metà mattina c’erano già molti carrelli stracolmi!
Avrò pur “sacrificato” una mattina di scuola, ma non è stata una giornata dove sono mancati dei grandi insegnamenti di vita, tra cui conservo particolarmente il seguente di Papa Francesco:
“Chi non vive per servire, non serve per vivere”».
Marco Pappalardo