Questo è il tema scelto da Papa Francesco per la 50.ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, che ricorrerà domenica 8 maggio, Solennità dell’Ascensione del Signore.
La prima Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali è stata celebrata per la prima volta il 7 maggio del 1967. Il messaggio del Papa viene tradizionalmente pubblicato il 24 gennaio, nella memoria liturgica di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti.
Il Santo Padre ha voluto che la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali offrisse una occasione propizia per riflettere sulle sinergie profonde tra comunicazione e misericordia”.
“Nella Bolla di Indizione dell’Anno Giubilare, al numero 12, il Papa afferma che “La Chiesa ha la missione di annunciare la misericordia di Dio, cuore pulsante del Vangelo, che per mezzo suo deve raggiungere il cuore e la mente di ogni persona” e, allo stesso numero, il Papa aggiunge: “Il suo linguaggio e i suoi gesti devono trasmettere misericordia per penetrare nel cuore delle persone e provocarle a ritrovare la strada per ritornare al Padre”. Sembra opportuno ricordare, a questo proposito, che ci situiamo nel contesto di una comunicazione che è momento costitutivo di una promozione della cultura dell’incontro. Il Papa in questa occasione fa riferimento al linguaggio e ai gesti della Chiesa, ma nella prospettiva indicata ogni uomo e donna di oggi, nella propria comunicazione, nell’andare all’incontro dell’altro o dell’altra, devono essere animati da una profonda dimensione di accoglienza, di disponibilità, di perdono”.
Il Tema evidenzia che una buona comunicazione può aprire uno spazio per il dialogo, per la comprensione reciproca e la riconciliazione, permettendo che in tal modo fioriscano incontri umani fecondi. In un momento in cui la nostra attenzione è spesso rivolta alla natura polarizzata e giudicante il tema vuole concentrarsi sul potere delle parole e dei gesti per superare le incomprensioni, per guarire le memorie, per costruire la pace e l’armonia.
Ancora una volta, Papa Francesco, aiuta a riscoprire che al cuore della comunicazione vi è soprattutto una profonda dimensione umana. Comunicazione che non è solo un’attuale o aggiornata tecnologia, ma una profonda relazione interpersonale.