Ale, Guida scout, mamma di Giacomo e Sara e felice sposa di Giorgio, ci rivela gli ingredienti e i miracoli del sorriso.
Un sorriso è contagioso: l’ho scoperto a 9 anni quando, entrando negli scout, sono divenuta una Coccinella (il “Bosco” è l’ambiente fantastico in cui si fa vivere la bambine dagli 8 ai 11 anni, raccontando loro la storia di una coccinella alla ricerca dei suoi 7 punti neri; le avventure che Cocci vive per ritrovarli e gli incontri che fa, le permetteranno di crescere e con lei le bimbe che ascoltano il racconto). Le coccinelle sono insetti utilissimi perché, mangiando gli afidi (parassiti), salvano interi raccolti.
Le Coccinelle negli scout sanno quindi rendersi utili; vogliono bene a tutti e sono sempre contente e piene di gioia da poter donare agli altri. Affrontano ogni cosa con il sorriso e per questo sono chiamate “portatrici di gioia”. Crescendo e diventando una Guida (le Guide sono le ragazze scout dai 12 ai 15 anni), ho imparato, come dice Baden Powell, fondatore dello scoutismo, che “Un sorriso fa fare il doppio di strada di un brontolio” e che “Un viso sveglio e sorridente rallegra coloro che lo incontrano”.
Non ho avuto un’infanzia e un’adolescenza facile; i problemi di alcolismo in famiglia avrebbero potuto spegnere la mia gioia di vivere, ma il buon Dio ha messo sulla mia strada gli scout e con loro Giorgio che sarebbe poi diventato mio marito, ma soprattutto mi ha fatto dono di una gioia interiore che, nonostante tutto, alimentava il mio sorriso e mi ha aiutato a superare i momenti più brutti.
Da allora la mia “mission” è: sorridi, sorridi sempre! Non solo perché mi viene spontaneo, ma anche perché ho scoperto che è utile anche a coloro che mi incontrano, perché il sorriso è davvero contagioso! Avete mai notato che se vi recate al lavoro sorridendo e salutando i colleghi che incontrate negli uffici, per i corridoi, alla macchinetta del caffè anche loro, che magari erano arrivati con i loro problemi, pensieri, difficoltà si rasserenano e la giornata inizia positiva per tutti? E quando dovete affrontare un discorso difficile con qualcuno, non è forse tutto più facile se al momento dell’incontro vi presentate con un sorriso? Un sorriso rischiara davvero l’animo di chi lo riceve!
Anche Papa Francesco, nel libro “Il Vangelo del sorriso”, ha voluto dare un’impronta di solarità e ottimismo al suo annuncio del Vangelo.
“Non siate mai uomini e donne tristi!” ha detto ai fedeli in Piazza San Pietro a pochi giorni dalla fine del Conclave e lui per primo ci da l’esempio, sorridendo sempre a tutti coloro che incontra. E il suo viso sorridente è impresso nelle nostre menti. Sapete che ci vogliono settantadue muscoli per fare il broncio, ma solo dodici per sorridere? Allora sorridiamo. Sorridiamo perché “Non sapremo mai quanto bene può fare un semplice sorriso” (Madre Teresa di Calcutta).
Sorridiamo perché fa bene a noi e fa bene ai fratelli. E come si direbbe tra le Coccinelle, ecco il mio augurio a voi che avete avuto la pazienza di leggere fin qui: “Che il vostro sentiero sia seminato dei grazie che vi diranno per la gioia che avrete saputo donare!”.
Alessandra, una mamma