In questi giorni si rimetterà in movimento la scuola. Non la “Buona scuola” promossa dal Governo, ma la scuola e basta, poiché può e deve essere soltanto buona!
La scuola è tale:
È tale anche quando è piena di problemi, poiché studenti e docenti si impegnano con fatica per affrontarli. È tale al Sud, al Centro e al Nord, perché mentre c’è chi fa teoria e proclami di tipo campanilistico, studenti e docenti condividono ed imparano come superare con la cultura le divisioni.
È tale tutte le volte che la politica taglia i fondi o li riduce, infatti – pur con minimi mezzi – studenti e docenti continuano a formarsi nella reciprocità umana e del sapere.
È tale pure quando qualcuno fa i confronti con la famigerata “media europea”, eppure i nostri studenti e docenti non hanno proprio paura di confrontarsi con i colleghi dell’unione. È tale sebbene le statistiche e le prove Invalsi dicano il contrario, consapevoli – studenti e docenti – che studiare non è un fatto di cronometro e crocette bensì è apertura alla realtà, sviluppo del senso critico, spazio alla creatività.
È tale nonostante la politica partitica e i governanti miopi s’inventino riforme e controriforme sgangherate per fare a gara a chi è stato più bravo, poiché studenti e docenti sanno bene che la scuola è una cosa seria e non un teatrino mediatico.
La scuola è buona:
La scuola è buona perché i docenti, dal Nord al Sud, in aula e fuori dall’aula, si mettono in gioco per il bene dei ragazzi malgrado l’essere stati obbligati in parte ad andare lontano dalle famiglie; e daranno il massimo, certi che il miglior esempio da offrire ai propri cari distanti è fare il proprio dovere alla grande seppur soffrendo.
La scuola è buona nonostante i sorrisetti e le battute fuori luogo di tanti politicanti e governanti dinanzi questo esodo forzato e sottopagato, e lo è grazie ad una classe docente coraggiosa e capace, onesta e preparata.
La scuola è buona non certo per alcuni sindacalisti che cercano le tessere, ma non hanno mai cercato in tanti anni di tessere veramente soluzioni concrete dinanzi alle varie problematiche, e la prova è proprio l’attuale situazione.
La scuola è buona se il Preside o il Dirigente Scolastico interpreterà l’incarico non come un potere, bensì come un servizio privilegiato per la società; tutte le volte che lascerà la poltrona per incontrare studenti e docenti nelle aule, nei corridoi, nei cortili, in palestra, negli atri, fuori dal cancello, non per redarguirli o intimorirli, ma per conoscerli ad un ad uno, sostenerli ed incoraggiarli.
La scuola è buona non tanto per il numero di progetti PON, POR, TRIC e TRAC, spesso specchietti per le allodole e tesori da spartirsi tra pochi noti, ma soprattutto per la capacità di progettare percorsi significativi per le classi e per i singoli in modo condiviso tra studenti, docenti e famiglie.
La scuola è buona se ha delle strutture adeguate, all’avanguardia, sicure, però a che varranno senza educatori adeguati, disponibili, affidabili, formati? La scuola è buona quando le famiglie torneranno ad entrare nelle aule dei figli non solo per ritirare una pagella, bensì per stare accanto ai figli con equilibrio e nel rispetto dei ruoli, riconoscendo negli insegnanti una risorsa e non un ostacolo.
La scuola è buona non perché ci sono o ci saranno più ore di questa o di quella disciplina, ma solo se ci sono e ci saranno studenti e docenti che a queste ore e discipline daranno vita e ne attingeranno per la vita con impegno, studio, passione, fantasia.
La scuola è buona nel momento in cui la questione relazionale ed educativa verrà posta al centro di ogni dibattito, riflessione, progetto, riforma, statistica, programmazione.
Sereno inizio!
Marco Pappalardo