Dalle prime ore del mattino una pioggia battente si rovescia sulla città eppure oggi, nel carcere San Vittore, c’è ugualmente aria di festa, di gioia, di entusiasmo: è la giornata dell’open day dello sport!
14 giugno 2015. L’iniziativa è nata dall’idea del personale di polizia penitenziaria. Ha sentito l’esigenza di mettersi in gioco per realizzare un evento significativo per i detenuti, efficace nel restituire il senso del lavoro che essa svolge e offrire uno strumento di conoscenza del carcere e delle sue complessità a chi è estraneo alla realtà penitenziaria. Naturalmente è stata un’idea accolta e condivisa tra il Comandante Manuela Federico, la referente della fondazione “Candido Cannavò”, Sabrina Commis e il Cavalier Fontana.
Gli agenti si sono resi disponibili mettendo a disposizione dei detenuti le loro competenze sportive, le loro particolari attitudini e conoscenze: in qualità di “esperti“ di fitness, personal trainer, arbitri di gioco, istruttori, hanno avuto parte attiva nella organizzazione degli incontri sportivi e nell’accompagnare, nel fornire servizio e supporto ai detenuti per l’intera giornata.
L’evento ha offerto la concreta percezione di ciò che di fatto accade tutti i giorni nella gestione della vita dell’Istituto e cioè ha evidenziato che essa si base su una logica di lavoro integrato, di funzionale sinergia tra gli operatori dell’area sicurezza, quelli dell’area trattamentale, gli operatori ASL e del CPA, i volontari, il CSI, sinergia che rende possibili tutte le attività che si svolgono a San Vittore.
Per tutta la giornata le porte sono rimaste aperte così tutte le palestre presenti all’interno dei reparti da poco ristrutturate e attrezzate grazie al contributo della fondazione “Candido Cannavò“ e che anch’io, insieme alle educatrici Silvana Di Mauro e alla signora Barbara Campagna anche alle quali molto si deve nella realizzazione di questa giornata, ho potuto visitare constatando con gioia che agenti e detenuti si cimentavano e aiutavano fraternamente.
L’iniziativa ha voluto così evidenziare un nuovo modello di sorveglianza dinamica fondata sulla conoscenza del detenuto prima che sul controllo e quindi su un rapporto certamente più umano e vero.
E’ emerso chiaramente che fare sicurezza non vuol dire aprire o chiudere dei cancelli, né significa soltanto evitare che il detenuto evada, impedire traffici di sostanze stupefacenti o impedire l’ingresso in carcere di sostanze non consentite.
Garantire la sicurezza in un carcere significa avere cura delle persone ristrette, esigere i doveri, garantire i loro diritti ed assicurarsi che tanto i detenuti quanto gli operatori che lavorano si sentano al sicuro all’interno di un contesto fatto di relazioni serene e proficue.
La giornata si è aperta con un torneo di calcio disputato tra la squadra dei giornalisti della Gazzetta dello Sport, quella della Fondazione Cariplo, quella del CSI, i detenuti, la squadra dei Consiglieri Regionali e del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati. Sotto una pioggia torrenziale, all’interno dell’intercinta del carcere, si è svolta anche la maratona.
Alle 13,00 il Signor Elio Trifani ha consegnato a tutti una medaglia poi i partecipanti, bagnati ma felici, si sono raccolti nei pressi dello stesso gazebo per un piccolo rinfresco.
Nel pomeriggio sono seguiti tornei tra squadre composte dai detenuti dei diversi reparti che si sono cimentati nel calcio, nella pallavolo, nel ping pong, nel calcio balilla, e nel gioco delle carte.
Alle 18,30 si è svolta, nella “rotonda” del carcere, la premiazione. La “rotonda” è un po’ il cuore del carcere San Vittore. Certamente ne è il luogo più significativo e suggestivo. La sua struttura slanciata verso l’alto e aperta a tutti i raggi, le dona quasi un aspetto “sacrale”.
Qui si svolgono le cerimonie più importanti sia sociali che religiose.
Qui in questa occasione è stata posta al centro, una larga ed alta pedana e sono stati disposti all’intorno i detenuti vincitori dei tornei e quelli che si sono distinti all’interno delle diverse attività e discipline sportive distinti da casacche di diverso colore, gli agenti in tuta bianca e blu, che hanno organizzato e animato la giornata, le varie autorità, i volontari e… al di là delle sbarre, si erano raccolti anzi direi che stavano aggrappati tanti altri detenuti.
Su quella pedana si sono alternati i vari Superiori del carcere: il Comandante di Reparto Manuela Federico che ha elogiato il comportamento esemplare di tutti e in particolare degli agenti di polizia, la Direttrice del carcere Signora Gloria Manzelli che, compiaciuta, ha guardato a lungo i detenuti presenti e con commozione ha detto anche: “Tutte le porte erano aperte, ma voi siete tutti qui! Grazie!”, la Signora Sabrina, il Signor Fontana e l’avvocato Signor Scuto che , nonostante le carceri italiane siano oggetto di molte critiche negative, si è detto orgoglioso di far parte del carcere italiano di San Vittore!
Sul volto di ciascuno si leggeva soddisfazione e gioia, quella stessa gioia che era dipinta sul volto di tutti: agenti, detenuti, volontari, autorità e famigliari e che si traduceva in lunghi e caldi applausi.
L’entusiasmo è salito alle stelle quando i “ grandi dello sport “: Luis Suarez, Gennaro Gattuso, Andrea Cassarà si sono alternati per dare le medaglie e per suggellare quegli attimi indimenticabili in una foto ricordo! E’ scesa la sera, siamo tornati alle nostre case e i detenuti alle loro celle, ma nessuno sicuramente è uscito da quella “ rotonda “ senza avere dentro sentimenti nuovi, una nuova fiducia in ogni uomo!
Sr Ada