Ti conosce meglio di mamma, ti è sempre vicino pronto a darti una mano, ti sveglia, ti avvisa, ti fa ridere, ti ha salvato quando hai perso la strada. E’ il tuo medico, consulente finanziario, consigliere per ogni guaio e circostanza, lui è lo Smartphone, il tuo nuovo amico.
Il telefono intelligente che non è come il tuo vecchio cellulare che faceva solo chiamate o sms, questo è magico tutto-fare multimediale, è un computer tascabile, navigatore satellitare, maestro della fotografia. Anche i più ostinati e diffidenti che guardavano con disprezzo questo aggeggio, appena scoprono l’universo digitale, cominciano a cadere sotto il suo incantesimo.
La tecnologia è inarrestabile. Negli ultimi decenni tutte le sfere della vita privata e del lavoro si stano trasformando con una rapidità mai vista prima. Chi non si adatta e vuole stare pre-Internet rischia di rimanere escluso. Oggi il vostro benzinaio, la simpatica cassiera della bottega sotto casa, il barista che faceva del buon caffè, vengono sostituiti con i cosiddetti self-service. Con una serie di click si fa carburante, la spesa, il caffè.
L’elettronica ti assiste ovunque e tutto quello che ci circonda ha il microchip. La rivoluzione che hanno portato i computer sta cambiando l’economia, le società e la cultura. Internet che all’inizio fu creato per scopi militari, dopo qualche decennio con la World Wide Web cominciò ad entrare nelle nostre case e nelle nostre vite.
- Per i cyber utopisti è fonte di ricchezza, sviluppo personale e professionale, strumento che promuove la democrazia,
- per i cyber pessimisti è strumento di egemonia e manipolazione che compromette la nostra libertà, sicurezza e privacy.
Siamo tutti dentro un computer globale, i nostri dati anagrafici, le cartelle cliniche, conti correnti, hobby, gusti. Algoritmi sofisticati ci analizzano come consumatore e schedano i nostri dati e la nostra vita. Sanno cosa facciamo dentro casa e fuori e con street view ci sbirciano anche nel giardino di casa.
Reti sociali
Web 2.0, Internet di nuova generazione, ha permesso un elevato livello di interazione tra il sito web e l’utente e questo ha generato il boom delle reti sociali.
Sta nascendo una nuova cultura di massa che ha conquistato i giovani e per partecipare a questa cyber cultura è indispensabile avere un “acchiappa citrulli” elettronico di ultima generazione.
Per un adolescente non c’è miglior regalo di Natale, e secondo i dati Istat il primo cellulare si riceve a 8 anni e da strumento di controllo parentale per chiamate di emergenza, si passa in breve tempo ad altri dispositivi più performanti che condizionano la vita di tutti i giorni e se non creano dipendenza sicuramente distolgono l’attenzione e limitano l’apprendimento.
Con la tipica ansia della loro età per questi ragazzi trovarsi fuori dal giro è inconcepibile, molti giovani passano ore ed intere giornate sulla rete facendo attività superflue e prive di senso.
Questo modo di comunicare e relazionarsi prevalentemente virtuale “porta un giovane ad avere paura di perdere non più il miglior amico o il compagno di banco, ma il “mi piace” e i propri seguaci sui social network.”
In rete si gioca e rischia di perdere la propria reputazione e molti pensano di costruire un profilo personale, una vita o la personalità perfetta solo per il fatto che appare in rete.
Dietro questi personaggi fantasma spesso si nascondono adolescenti con gravi problemi personali, solitudine e depressione.
Meglio guardarsi negli occhi
La voglia di comunicazione personale, al di là degli sms, delle faccine emoticon, è il desiderio, a volte nascosto, ma grande, di ognuno di noi. Ce l’ha spiegato bene don Roberto, responsabile dell’oratorio salesiano di Milano quando è venuto per celebrare la Messa e all’omelia ci ha regalato uno show piacevolissimo realizzato con il chierichetto che l’accompagnava. Prima di spalle, comunicando attraverso il cellulare: frasi fatte, meglio, artefatte. In seguito, di fronte l’uno all’altro. E’ tutta un’altra cosa.
Anche Don Bosco ci ha insegnato che l’incontro tra persone è qualcosa di magico, che può cambiare una vita. Il santo dei giovani ci direbbe che non bisogna escludere le novità, le invenzioni intelligenti della tecnologia perché ci aiutano in tanti modi. Ma pure ci ricorderebbe di non affidare le nostre emozioni, i nostri sentimenti ad uno strumento tecnico. Ci vuole il cuore umano per comunicare davvero.
Bojana