Non pensavo mai che l’avrei detto, ma io ringrazio i professori del liceo classico di avermi bocciato, perché queste difficoltà mi hanno insegnato che si può sopportare anche una brutta sconfitta
Seguo su fb “corriere.it” e l’altra sera leggo questo articolo intitolato così: i genitori «spazzaneve», spianano la strada ai figli ma li danneggiano; l’allarme di una preside inglese contro la tendenza a «spianare la strada ai figli».
Questa docente inglese racconta al Times che ogni giorno si imbatte in madri e padri vittime di «ansia frenetica che fa loro rifiutare l’idea che i propri pargoli possano arrivare secondi». Il che si traduce in «bambini iperprotetti e incapaci di affrontare un fallimento». Questo articolo mi ha fatto riflettere molto perché penso che questo rischio non sia solo londinese o inglese ma del tutto nostro mondo occidentale.
Preparare i figli ad affrontare le difficoltà è un passo fondamentale nell’educazione
Temiamo di lasciare che i nostri figli, qualsiasi età abbiano, affrontino le diverse fatiche e difficoltà che incontrano sulla loro strada. Preparare i figli ad affrontare le difficoltà è un passo fondamentale nell’educazione che decidiamo di dare. Nella comunicazione che abbiamo con i bambini o i ragazzi dobbiamo sempre stare attenti a quale messaggio passiamo realmente loro. Infatti in ogni comunicazione c’è una parte esplicita, che è quello che diciamo in termini proprio di “parole” e una parte implicita “quello che percepiamo nel profondo”.
Quando risolviamo i problemi ai nostri figli, quando andiamo a lamentarci a scuola per le note che la maestra ha dato, quando (cosa che mi fa rabbrividire) in cortile all’uscita di scuola rimproveriamo il bambino che stuzzica sempre la nostra “principessina intoccabile”, quando parcheggiamo nella portineria della scuola bloccando senza scrupolo tutto il traffico… esplicitamente diciamo: ”tesoro vedi che la mamma risolve tutto, tu non ti devi preoccupare di niente” ma implicitamente è come se suggerissimo in maniera indiretta e subdola che nel tempo poi va a stratificarsi nella personalità: “Tesoro lascia fare alla mamma perché tu non ne sei in grado!”.
Io non sono capace
E cosi’ di incertezza in insicurezza i ragazzi crescono pretendendo sempre di più che gli adulti risolvano i loro problemi ed esaudiscano ogni loro desiderio. Non sentono di avere capacità per risolvere nessun problema che la vita possa presentare e così poi il loro pensiero implicito poggerà su quella personalità fragile di cui prima parlavamo con un’unico mantra negativo “Io non sono capace”.
Le difficoltà mi hanno insegnato che si può sopportare anche una brutta sconfitta
Non pensavo mai che l’avrei detto ma io ringrazio i professori del liceo classico di avermi bocciato, alcuni capi scout da cui sono stata rimproverata per il mio lavoro non ben riuscito, alcuni compagni poco simpatici che mi hanno sempre preso in giro per il mio peso perché queste difficoltà mi hanno insegnato che si può sopportare anche una brutta sconfitta. I miei avrebbero potuto evitarmi tante di queste situazioni ma non l’hanno fatto; mi hanno sostenuta e mi hanno consigliata su come “sistemare” alcuni piccoli fallimenti e così ho imparato, ho conosciuto le mie qualità, ho riscoperto la voglia di rialzarsi e riprovarci e non fermarmi a giudizi superficiali e poco professionali.
Non evitiamo le cadute ai nostri figli altrimenti non sapranno come si fa a rialzarsi
Questo non significa che dobbiamo buttare i nostri figli in situazioni frustranti ma aiutarli nel momento in cui ci si trovano a dire : “questa cosa è triste e dolorosa… ma la puoi affrontare insieme troviamo una soluzione”. Non evitiamo questa caduta ai nostri figli altrimenti non sapremo essere per loro un buon modello di come si fa a rialzarsi.
Ultimo consiglio: guardate Kung fu Panda con i vostri figli e capirete esattamente di cosa parlo.
Buon lavoro
Serena