IV Domenica di Avvento Romano – Commento al Vangelo

Sr Graziella Curti | IV domenica di Avvento, Rito Romano

 

Commento al Vangelo [Lc 1,39-45]

 

E l’angelo partì da lei”. Maria è rimasta sola. Nel cuore permane l’eco di un annuncio che ha cambiato la storia del mondo. E lei ha dato il suo consenso: “Eccomi”. Il tempo si è fatto breve. Il viaggio del cuore è già iniziato. Verso la montagna.

 

Un “sì in uscita” 

Maria non è frettolosa, ma va in fretta. Non ha altro desiderio se non arrivare da Elisabetta e di vedere il segno che le avrebbe confermato il suo mistero. Il suo sì, direbbe Papa Francesco, è un “sì in uscita “. Non rimane in casa a contemplare il senso dell’annuncio dell’angelo, si fida di Dio e si muove subito. Concretizza la sua risposta d’amore nel viaggio. Un viaggio lungo (130 Km) per correre dalla cugina, una donna gravida, già avanti negli anni che, come lei, ha ricevuto l’annuncio di una prossima e impossibile maternità.
Un viaggio ricco di stupore. Si sente abitata la piccola di Nazaret e lo sguardo s’incanta tra i sentieri dei monti. Vicino al cielo.

 

L’Amica

Maria va a trovare Elisabetta. Chi poteva capirla meglio di lei? Alcuni esegeti hanno parlato di un aiuto materiale nelle faccende domestiche, negli umili mestieri quotidiani. Altri commentatori, invece, e forse a maggior ragione, guardano all’icona della Visitazione come a un ritrovarsi profondamente affettuoso, a un abbraccio di due madri che parlano dei figli che attendono. Il segreto pesantissimo, e insieme, che portano nel cuore,  ha bisogno di confrontarsi.

Una scrittrice contemporanea non ha dubbi nello scoprire in questo incontro il realizzarsi del desiderio segreto e sacro di una vera amicizia.
Due donne che si confidano per dare voce alla più straordinaria e buona notizia della storia: la salvezza del mondo.
Luca dipinge l’evento con colori di luce e fa trasparire lo stupore della presenza dello Spirito che inonda tutta la scena.

Perché canta Maria?

La risposta più bella a questa domanda si trova, forse in un verso di S. Giovanni della Croce: “Tutti gli innamorati cantano”.
“Nel Magnificat Maria diventa musica, il suo corpo si trasforma in salmo, allo stesso tempo individuale e collettivo”.
Il canto non nasce nella solitudine del cammino, ma nella relazione umana e pacificante di Maria che approda sul cuore di Elisabetta- 

La piccola donna scelta da Dio perché possa essere” vergine e madre del suo figlio”, racconta, partendo dal suo niente, la straordinaria storia dell’antica e nuova creazione in cui sono esaltati gli umili e gli affamati vengono ricolmati di beni. Tutti, nessuno escluso, sono avvolti dalla misericordia del Signore. La buona notizia raggiunge tutte le generazioni 

“La Vergine/Madre, figlia del suo Figlio”, ha la trasparenza dei puri di cuore.
Così la prega padre Turoldo, cantore e poeta: “Anello d’oro del tempo e dell’eterno tu porti la nostra carne in paradiso e Dio nella nostra carne”. 

 

 

Preghiamo

Maria, vieni a visitarci e aiutaci nella nostra missione tra i giovani.

Aiutaci, Signore, a scommettere con più audacia sui giovani, e preservaci dalla tentazione di blandirli con la furbizia di sterili parole… Moltiplica le nostre energie perché sappiamo investirle nell’unico affare ancora redditizio sul mercato della civiltà: la prevenzione . Da’ alle nostre voci la cadenza degli alleluia pasquali… Aiutaci a comprendere che additare le gemme che spuntano sui rami vale più che piangere sulle foglie che cadono. E infondici la sicurezza di chi già vede l’oriente incendiarsi ai primi raggi del sole.

                                                                                                                              Tonino Bello