L’Istituto “Maria Ausiliatrice” di Castellanza ha allestito una mostra nella Biblioteca comunale nel centenario della nascita del maestro Alberto Manzi.
Dal 31 ottobre al 23 novembre 2024, la Biblioteca Civica ha ospitato la mostra realizzata dagli alunni della scuola primaria e della scuola secondaria; in mostra opere con diverse tecniche pittoriche realizzate dagli alunni della scuola primaria in collaborazione con gli ospiti della Fondazione “Giulio Moroni” di Castellanza e una moderna reinterpretazione dell’alfabetiere, ad opera degli alunni della secondaria.
Inoltre, venerdì 8 novembre 2024, presso la Biblioteca Civica si è tenuta la conferenza: “Camminare a testa alta – L’insegnamento che genera valori”.
Il dialogo, moderato dall’Assessore alla Cultura della Città di Castellanza, Davide Tarlazzi, ha visto gli interventi di tre diversi oratori: la Dott.ssa Milena Mor (tutor coordinatrice del tirocinio in Scienze della Formazione Primaria dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca e coordinatrice CIPIA) che ha parlato dell’importanza dell’accoglienza e della valorizzazione della diversità in ambito scolastico e nella nostra società attuale; il Dott. Roberto Morgese, (insegnante di scuola elementare, formatore per il corso di laurea in Scienze della Formazione Primaria dell’Università di Milano-Bicocca e scrittore) che si è soffermato sulle pratiche di valutazione per la scuola attuale; la Dott.ssa Monica Moroni (Ricercatrice, Fondazione Bruno Kessler) che ha esaminato opportunità e sfide dell’incontro tra educazione ed intelligenza artificiale.
Nelle prossime settimane riporteremo gli interventi dei tre oratori. Di seguito l’introduzione proposta dall’assessore Davide Tarlazzi, che ha fatto da cornice ai diversi interventi.
Episodio 1: Chi è il maestro Manzi? Alcuni passi biografici interessanti
In questo primo articolo dedicato al maestro Manzi, ripercorriamo alcuni passaggi biografici proposti dall’assessore Davide Tarlazzi.
Sono trascorsi 100 anni dalla nascita di Alberto Manzi che nacque a Roma il 3 novembre del 1924. Per l’occasione la comunità scolastica dell’Istituto Maria Ausiliatrice ha realizzato una mostra dal titolo Alberto Manzi: cent’anni da maestro e questa sera abbiamo la possibilità di riflettere insieme sul presente e sul futuro della Scuola.
Per la nostra riflessione ci faremo ispirare dalla vita del maestro Manzi e dalla sua visione dell’educazione. Ci aiuteranno tre ospiti qualificati: la dottoressa Milena Mora, responsabile del centro provinciale per l’istruzione degli adulti di Rho e tutor coordinatrice del tirocinio in Scienze della formazione primaria dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca, con l’intervento dal titolo: Lezioni dal passato per un futuro migliore: guidare il cambiamento attraverso l’accoglienza e la valorizzazione della diversità; la dottoressa Monica Moroni, ricercatrice presso la Fondazione “Bruno Kessler”, che ci propone l’intervento: Una scuola che cambia opportunità e sfide dell’incontro tra educazione e intelligenza artificiale; infine il dottor Roberto Morgese, scrittore, maestro, insegnante e formatore per il corso di laurea in Scienze della formazione primaria dell’Università di Milano-Bicocca, con il contributo: Il bicchiere mezzo pieno, attivare pratiche di valutazione secondo esempi di senso e di coerenza.
Chi è il maestro Manzi
Chi è Manzi lo sappiamo tutti. Una figura affascinante, che appartiene ad una generazione speciale.
Se guardiamo il periodo storico in cui è vissuto, notiamo una concentrazione particolare di uomini pensanti: Manzi nasce nel 1924, nel 1922 nasce don Milani, Gianni Rodari è del 1920, e Mario Lodi del 1922. Tutte figure che hanno profondamente rinnovato l’educazione e il dibattito sull’educazione nel secolo scorso.
Manzi è un maestro colto e questo dobbiamo tenerlo presente: prende il diploma magistrale, ma prende anche il diploma dell’Istituto nautico; inizia a insegnare nel 1946 e continua a studiare laureandosi prima in Biologia e poi in Pedagogia e in Filosofia. Sceglie però di essere maestro per tutta la vita e interpreta la sua attività, la sua esperienza, con un criterio basilare: l’educazione è una via per il riscatto. Da questa convinzione si lascerà accompagnare e ispirare lungo la sua carriera.
Nel 1946, mentre l’Italia è appena uscita dalla guerra, svolge il suo primo incarico di insegnamento a Roma, presso il carcere minorile “Aristide Gabelli”; prima di lui altri quattro insegnanti hanno rinunciato al posto. Entrare ad insegnare in quel carcere è un’impresa tosta: 94 ragazzi che non ci stanno, sostanzialmente, a condividere delle regole in un percorso comune. Manzi li conquista giorno dopo giorno e con loro fonda il primo giornalino in un penitenziario minorile, “la Tradotta” che segna questo tipo di esperimento.
Seconda data da richiamare: 1955. Manzi durante l’estate va in Amazzonia, mandato lì dall’Università di Ginevra per studiare delle formiche – in riferimento alla sua laurea in biologia -. In Amazzonia scopre una popolazione formata da contadini, umili, poveri, che vivono in condizioni di grande disagio, schiacciati dai potenti di turno. Colpito da questa realtà, inizia un’esperienza estiva, quando la scuola italiana è chiusa, si reca in Amazzonia, nelle Ande, dove lavora per la promozione delle popolazioni degli strati più umili dell’America Latina. Questa esperienza andrà avanti dal ‘55 al ‘77. L’esperienza è difficile: Manzi viene malmenato, incarcerato, anche torturato per la sua azione di promozione. Questo vissuto ci restituisce un Manzi meno conosciuto: non solo un bonario maestro, come magari potremmo pensare secondo certa aneddotica, ma un uomo che si impegna in prima persona per il riscatto degli oppressi attraverso l’educazione.
Ultima data, 1992: sulla televisione di Stato va in onda “Impariamo insieme”. Si tratta dell’ultima delle trasmissioni create e condotte da Manzi ed è rivolta agli extracomunitari, che arrivano sempre più numerosi nel nostro paese e hanno bisogno di imparare la nostra lingua per potersi integrare.
(testo trascritto, non rivisto dall’autore)