Giornata mondiale dei poveri 17 novembre 2024
La Giornata Mondiale dei Poveri diventa ogni anno sempre più radicata nel cuore dei cristiani di tutto il mondo con numerose iniziative, frutto della carità creativa che anima e suscita l’impegno della fede.
Il versetto scelto per il messaggio di Papa Francesco «la preghiera del povero sale fino a Dio» proclama innanzitutto qualcosa di essenziale: Dio predilige chi è nel bisogno. Il testo biblico proclama a più riprese che Egli ascolta le preghiere di tutti, ma soprattutto di chi è “povero”. Si tratta di una logica umanamente discutibile, che agli occhi di qualcuno potrebbe apparire discriminatoria o non “politicamente corretta”, ma che di fatto ci apre al cuore di Dio e alla compassione che lo contraddistingue. Gesù stesso ha confermato questa “parzialità” dichiarandosi inviato “ai poveri” (Lc 4,18), proclamandoli “beati” (Mt 5,3) e incarnando tale predilezione lungo tutta la sua esistenza terrena. «La preghiera del povero sale fino a Dio» proclama in seconda battuta qualcosa di decisivo sull’uomo, suggerendo che questi non è mai così grande come quando si fa povero, assumendo consapevolmente questa sua dimensione.
Mentre tutta la Chiesa si prepara al Giubileo della Speranza, siamo invitati a pregare per i poveri e a pregare insieme a loro, con umiltà e fiducia. Questa preghiera deve poi trovare nella carità concreta la verifica della propria autenticità. Papa Francesco ribadisce che, infatti, la preghiera e le opere si richiamano a vicenda, infatti se la preghiera non si traduce in agire concreto è vana, tuttavia, la carità senza preghiera rischia di diventare filantropia che presto si esaurisce (n. 7). È questa l’eredità che ci hanno lasciato tanti santi nella storia, come Santa Teresa di Calcutta e San Benedetto Giuseppe Labre, scelti come testimoni di questa giornata.
«La preghiera del povero sale fino a Dio» segnala così una strada, non solo per chi è nel bisogno, ma anche per chi vive nel benessere. Essa addita nella carità generosa un’efficace terapia che ha il potere di render povero il cuore di ogni uomo – ricco o indigente che sia –, aprendo così alla sua preghiera un’autostrada che conduce dritta all’ascolto di Dio. Egli conosce i suoi figli nel profondo, perché è un Padre attento e premuroso verso tutti.
La certezza della speranza cristiana abbraccia anche la sicurezza che la nostra preghiera giunge fino al cospetto di Dio. Forti di questa speranza teniamo fisso lo sguardo sui poveri che ogni giorno sono presenti nella nostra vita, perché la preghiera possa essere esperienza di comunione con loro e diventare fonte di condivisione della loro sofferenza affinché possiamo diventare come Padre dei Cieli, che si prende cura di quelli che hanno più bisogno: i poveri, gli emarginati, i sofferenti, i dimenticati…
Papa Francesco ci ricorda che in ogni nostra comunità la preghiera può diventare via di comunione con i poveri fino a condividerne le sofferenze (n. 1), per poi offrire al nostro tempo un giudizio critico – ma non di critica – su un presente ancora tanto impoverito di umanità e perciò stesso tanto impoverito di Dio e della sua forza risanante.
Ogni comunità cristiana diventa pienamente tale solo a patto di vivere nel presente, una misura alta di umanità, tra noi e con coloro che il Signore ci dona da amare e servire, chiunque essi siano, soprattutto i più poveri, i più deboli, i beffati dalla vita, gli scartati dalla società. È scontato che una umanità di così alta caratura può sgorgare solo da una eccedenza di preghiera. Chiunque tenta di camminare per le vie del Vangelo impara, a proprie spese, che la preghiera “misurata” conduce inevitabilmente al pericoloso ribasso dell’attenzione all’altro, della cura, dell dono di sé. L’avarizia di preghiera dissecca radici e spezza ali alla carità.
Per vivere al meglio la giornata il dicastero per l’evangelizzazione ha approntato un sussidio pastorale, offerto come un semplice strumento per le diocesi, le parrocchie e tutte le varie realtà ecclesiali, perché l’VIII Giornata Mondiale dei Poveri ancora una volta sia un momento forte in cui volgere sempre di più lo sguardo verso gli ultimi, ascoltare la loro voce e non far mancare loro la nostra vicinanza. La struttura stessa può guidare le azioni concrete da compiere in vista della Giornata: prepararsi con la preghiera, vivere nella liturgia, agire con azioni caritative.
In questo cammino verso il Giubileo ordinario del 2025, possa l’attenzione verso i più bisognosi farci diventare tutti Pellegrini di speranza nel mondo che necessita di essere illuminato dalla presenza della luce del Risorto e della fiaccola della carità che Gesù ha acceso nei nostri cuori.