TERZA SETTIMANA
Ho scelto Gesù
(Dal testo “Cinque pani e due pesci”)
Signore Gesù,
sul sentiero della speranza, da duemila anni,
il tuo amore, come un’onda, ha avvolto tanti pellegrini.
Essi ti hanno amato di un amore palpitante,
con i loro pensieri, le loro parole, le loro azioni.
Ti hanno amato con un cuore più forte della tentazione,
più forte della sofferenza e anche della morte.
Essi sono stati nel mondo la tua parola.
La loro vita è stata una rivoluzione che ha rinnovato il volto della Chiesa.
Contemplando, fin dalla mia infanzia,
questi fulgidi modelli, ho concepito un sogno:
offrirti la mia intera vita, l’unica mia vita che sto vivendo,
per un ideale eterno e inalterabile.
Ho deciso!
Se compio la tua volontà tu realizzerai questo ideale
ed io mi lancerò in questa meravigliosa avventura.
Ti ho scelto, e non ho mai provato rimpianti.
Sento che tu mi dici: «Rimani in me. Rimani nel mio amore!».
Ma come posso rimanere in un altro?
Soltanto l’amore può realizzare questo mistero straordinario.
Comprendo che tu vuoi tutta la mia vita.
«Tutto! E per amor tuo!».
Sul sentiero della speranza io seguo ogni tuo passo.
I tuoi passi erranti verso la stalla di Betlem.
I tuoi passi inquieti sulla strada d’Egitto.
I tuoi passi veloci verso la casa di Nazaret.
I tuoi passi gioiosi per salire con i genitori al Tempio.
I tuoi passi affaticati nei trent’anni di lavoro.
I tuoi passi solleciti nei tre anni d’annuncio della Buona Novella.
I tuoi passi ansiosi alla ricerca della pecora perduta.
I tuoi passi dolorosi nell’ entrare a Gerusalemme.
I tuoi passi solitari davanti al pretorio.
I tuoi passi appesantiti sotto la croce sulla via del Calvario.
I tuoi passi falliti, morto e sepolto in una tomba non tua.
Spoglio di tutto, senza vestiti, senza un amico.
Abbandonato anche dal Padre tuo
ma sempre al Padre tuo sottomesso.
Signore Gesù, in ginocchio,
a tu per tu dinanzi al tabernacolo, io comprendo:
non potrei scegliere un ‘altra strada,
un ‘altra strada più felice,
anche se all’apparenza, ve ne sono di più gloriose.
Ma tu, amico eterno, unico amico della vita mia,
non vi sei presente.
In te è tutto il cielo con la Trinità,
il mondo intero e l’intera umanità.
Le tue sofferenze sono le mie.
Mie tutte le sofferenze degli uomini.
Mie tutte le cose in cui non c’è né pace né gioia,
né bellezza, né comodità, né amabilità.
Mie tutte le tristezze, le delusioni,
le divisioni, l’abbandono, le disgrazie.
A me ciò che è tuo, perché tu hai tutto,
ciò che è nei miei fratelli perché tu sei in essi.
Credo fermamente in te,
perché tu hai fatto passi trionfanti.
«Sii coraggioso. lo ho vinto il mondo».
Tu mi hai detto: cammina con passi da gigante.
Va’ ovunque nel mondo, proclama la Buona Novella,
asciuga le lacrime di dolore, rinfranca i cuori scoraggiati,
riunisci i cuori divisi, abbraccia il mondo con l’ardore del tuo amore,
consuma ciò che deve essere distrutto, lascia solo la verità, la giustizia, l’amore.
Ma Signore, io conosco la mia debolezza!
Liberami dall’egoismo, dalle mie sicurezze,
affinché io non tema più la sofferenza che strazia
Quanto sono indegno d’essere apostolo.
Rendimi forte contro le difficoltà.
Fa’ che non mi preoccupi della saggezza del mondo.
Accetto d’essere trattato da pazzo, per Gesù, Maria, Giuseppe…
Voglio mettermi alla prova, pronto a ogni conseguenza,
incurante delle conseguenze ad affrontare ogni cosa.
Se mi ordini di dirigere i miei passi coraggiosi
verso la croce, io mi lascio crocifiggere.
Se mi ordini di entrare nel silenzio
del tuo tabernacolo fino alla fine dei tempi,
me ne avvolgerò, con passi avventurosi.
Perderò tutto: ma mi resterai tu.
Il tuo amore sarà là a inondare il mio cuore d’amore per tutti.
La mia felicità sarà totale…
È per questo che io ripeto:
Ti ho scelto.
Non voglio che te
e la tua gloria.
Maria andò in fretta
In questa terza settimana di Avvento contempliamo Maria e nel suo andare “in fretta”. Questo atteggiamento sollecito nasce da una consapevolezza che si fa desiderio: l’unione con Dio.
Se siamo unite a Dio desideriamo servirlo in chi ha bisogno, ma soprattutto se siamo unite a Dio siamo ben consapevoli di quanto basti pochissimo per distoglierci da questa sorgente, perciò con la stessa sollecitudine andiamo a cercare quei luoghi, quei servizi, quei cuori che possano aiutarci a conservare questo spirito profondo di intimità con Lui.
Tutti i santi, e tutti i santi salesiani, ci hanno insegnato che la verità della nostra intimità con Dio si rivela nella nostra capacità di amare e di servire i fratelli, e che la fecondità del tempo che trascorriamo in ginocchio si irradia nel nostro modo di spenderci nella missione, sia essa fra i giovani, o tra le carte di una scrivania, o nei piccoli servizi invisibili.
L’esperienza di Dio diventa fuoco d’amore incontenibile ed esige di essere comunicata e trasmessa, allo stesso modo, il tempo che trascorriamo nel nostro lavoro, nulla sottrae al nostro raccoglimento interiore, che ci permette di vivere tutto alla presenza di Dio.
Nel settimo capitolo del testo che sta guidando questo nostro Avvento, il card. Van Thuan propone ventiquattro passi (come ventiquattro sono le ore del giorno) per “mettere in pratica l’unione totale a Gesù in una vita urtata da tanti cambiamenti”, con la convinzione che “se viviamo 24 ore su 24 radicalmente per Gesù saremo santi”.
E noi che siamo nate anche dal cuore di Madre Mazzarello non possiamo non ricordare quanto dispiacere provò per quindici minuti trascorsi senza pensare al Signore.
Anche questa settimana, abbiamo trovato tra i tesori della nostra spiritualità un testo che “traduce” salesianamente la preghiera del card. Van Thuan, ed è una preghiera della Beata sr Maria Romero Meneses:
Concedimi, o mio Dio, che mentre salgo l’erta della mia vita io possa senza interruzione asciugare tutte le lacrime che incontro, addolcire ogni amarezza e dissapore, smussare le asprezze e versare un po’ di balsamo su ogni ferita.
Fa’ che io possa far sorridere tutti coloro che sono tristi o angosciati, ridare serenità a quanti sono tribolati, riunire i cuori lontani e mettere pace dove ci sono rancori o violenze. Fa’ che io possa offrire almeno un boccone di pane agli affamati che me lo chiedono, un bicchiere d’acqua a chi ha sete; un telo a chi non ha da vestirsi e un tetto, almeno nella mia anima, a tutti i pellegrini.
Fa’ che io sappia donare un raggio di luce a quanti camminano nell’oscurità; indirizzare al bene quanti sono incamminati verso il male; porgere la mano a quanti sono in pericolo di cadere, e rialzare con delicatezza chi è caduto.
Fa’ che io sappia estrarre le spine da tutti i cuori oppressi, ridare la pace a quanti l’hanno perduta; coprire con il manto della carità tutti i poveri peccatori; e diffondere ovunque sollievo, ristoro, benessere e tranquillità.
Sì, mio Dio, concedimi la grazia di poter consolare tutti quelli che incontro sofferenti sul cammino del Calvario; e di essere strumento della tua bontà misericordiosa. Ricolma il mio cuore di mansuetudine, di umiltà, bontà e dolcezza; di comprensione e pietà; scolpisci nella mia anima l’immagine tua benedetta, santa e amata, così che chi mi vede non veda in me che Te, dolce Amore mio!
Non ci sia una sola anima che mi passi accanto senza che io la conduca immediatamente al tuo amore; e da quel momento non si preoccupi che di fuggire il peccato e di far piacere a Te. Ho fame e sete di giustizia: di farti conoscere, amare e servire. Perciò, come a Isaia, tocca le mie labbra, non però con un carbone ardente, ma con una goccia del tuo preziosissimo Sangue: perché si aprano a proclamare il tuo Nome e ad annunciare a tutti i venti le tue meraviglie, le tue grandezze e soprattutto le tenerezze del tuo divino e adorabile Cuore!
O Madre mia Maria, con Gesù, in Gesù e per Gesù, per la sua gloria io mi dono e mi abbandono ciecamente e completamente nelle tue braccia materne, per passare direttamente nell’ora della morte dalle tue a quelle della infinita misericordia del Signore. Amen.
Dagli «Scritti spirituali» della beata Maria Romero Meneses