Donne

– Angela Maiale – 

 

DONNE   

2014  Rizzoli              Andrea Camilleri

 

Ai libri di Andrea Camilleri si torna continuamente, non basta trovarli sulla strada dei propri percorsi di lettura, si sente il bisogno di riprenderli per ritrovare riflessioni, atmosfere, sensazioni … ed in quel tornare, alle volte, si scoprono aspetti non colti durante la prima esperienza, poiché l’attenzione del lettore è spesso trasportata su altri fronti.

 

Storie che tornano

Di recente ho ripreso questo libro nel quale, alla prima lettura anni fa, ero stata semplicemente trasportata dal flusso narrativo dello scrittore; Camilleri è per me un affabulatore, nel senso che non solo convince nella narrazione ma, soprattutto, racconta con una capacità coinvolgente e straordinaria, un fascino che rende il suo raccontare meraviglioso quanto il racconto stesso; pochi raccontatori sanno essere tanto interessanti e, con totale mancanza di obiettività, poiché mi sento di parte, devo dire che lo sono, ai miei occhi, principalmente gli scrittori del Sud, non solo italiano, ma del mondo; fatte salve le opportune differenze di genere narrativo, trovo che lo stesso impagabile fascino espressivo lo abbiano, ad esempio, G. G. Marquez ed I. Allende.

 

Donne straordinarie

Un elenco infinito di Donne in questo libro: tante di loro sono personaggi noti, sui quali già tanto si è detto e scritto, anche se il punto di vista di Camilleri riesce ad essere sempre differente, e poi tante amiche personali dello scrittore, altre incontrate occasionalmente, non solo nella vita reale ma anche attraverso la lettura o lo studio ai tempi della formazione scolastica.

Il tratto connotativo comune nella scelta fatta dall’autore è la straordinarietà, infatti anche la meno nota ai più, la più sfortunata, o la meno onesta tra loro ha vissuto una vita a dir poco interessante.

Durante la lettura del racconto di queste vite, o della parte scelta da Camilleri perché l’ha considerata la più interessante, si è coinvolti ma anche distratti dalle storie individuali; queste storie coinvolgono il lettore e la loro narrazione, come dicevo, è sapiente ma, riprendendo a distanza di tempo il libro devo riconoscere che mi era sfuggito durante quella prima lettura il racconto più bello che è tra le righe: la storia dell’Amore di Camilleri per queste donne.

 

Donne uniche

Le persone ed i personaggi scelti e messi, anche anacronisticamente, insieme da Camilleri non sono solo coloro che hanno assunto per lui un significato particolare ma rappresentano, ognuna di per sé stessa e tutte insieme, delle unicità femminili. Attraverso il racconto che l’autore ci fa di ognuna emerge l’interesse dello scrittore e, soprattutto, dell’uomo per l’universo femminile. Camilleri non giudica, racconta, e dal racconto emergono le straordinarietà, anche da quelle donne che hanno fatto scelte difficili o estreme. L’Amore di Camilleri non è semplicemente ammirazione per l’intelletto o la cultura raffinata, o per la bellezza, o per la capacità seduttrice delle Donne, è Amore per la straordinarietà e la varietà dell’universo femminile: in ogni racconto, in ogni descrizione, questo Amore si manifesta e traspare, infatti la narrazione non coinvolge soltanto Donne giovani o belle, ed è tanto più interessante leggerne quanto più ci si rende conto che questo sentimento trascende le caratteristiche del coinvolgimento dei sensi, e nasce da un profondo rispetto appreso da bambino, e applicato con coerenza non solo dal Camilleri scrittore ma soprattutto dall’Andrea uomo.

 

Donne e uomini

La cronaca nera di oggi ci costringe continuamente all’utilizzo della parola “rispetto” inteso come sentimento ed atteggiamento inesistente da parte di molti uomini verso le donne; io direi poco esistente anche nella formazione educativa di questo Paese, tanto che ad essere ancora scarsamente rispettose verso sé stesse sono spesso le donne, in  alcune aree geografiche italiane in particolare, nelle quali proprio loro potrebbero dimostrare un atteggiamento più incisivo nell’educazione degli uomini, a partire da fratelli, figli, mariti; la prima agenzia educativa dovrebbe essere la famiglia, nella quale ancora oggi non matura il punto di vista adeguato nei ruoli, poi ed in accordo con essa la scuola, e via andare alle altre.

Da queste storie emerge che la differenza tra oblìo e memoria dei personaggi narrati la fanno le scelte compiute, giuste o sbagliate che siano, il punto non è il giudizio morale, ogni scelta è connotativa e denotativa di un carattere e di una personalità che ha saputo colpire l’immaginazione e lasciare un segno nello scrittore e che in questo libro ha raccontato con Amore le Donne.