– Philip Kosloski –
L’elemosina, che include il fatto di donare il nostro tempo e i nostri talenti agli altri, è un pilastro della fede cristiana. È un’azione modellata sull’esempio di Gesù e sul modo in cui si è donato continuamente agli altri nella vita e nella morte.
Papa Benedetto XVI ha riflettuto sull’elemosina nel suo Messaggio per la Quaresima 2008, spiegando che può essere uno strumento di conversione: “L’elemosina, avvicinandoci agli altri, ci avvicina a Dio e può diventare strumento di autentica conversione e riconciliazione con Lui e con i fratelli”.
In particolare, Benedetto XVI rifletteva sulla forza dell’elemosina e sul suo legame con l’amore:
“L’elemosina educa alla generosità dell’amore. San Giuseppe Benedetto Cottolengo soleva raccomandare: ‘Non contate mai le monete che date, perché io dico sempre così: se nel fare l’elemosina la mano sinistra non ha da sapere ciò che fa la destra, anche la destra non ha da sapere ciò che fa essa medesima’”.
Il Pontefice incoraggiava quindi i cristiani ad abbracciare l’elemosina durante la Quaresima, come anche in altri periodi dell’anno:
“La Quaresima ci invita ad ‘allenarci’ spiritualmente, anche mediante la pratica dell’elemosina, per crescere nella carità e riconoscere nei poveri Cristo stesso. Negli Atti degli Apostoli si racconta che l’apostolo Pietro allo storpio che chiedeva l’elemosina alla porta del tempio disse: “Non possiedo né argento né oro, ma quello che ho te lo do: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, cammina” (At 3,6). Con l’elemosina regaliamo qualcosa di materiale, segno del dono più grande che possiamo offrire agli altri con l’annuncio e la testimonianza di Cristo, nel Cui nome c’è la vita vera”.
Ogni volta che facciamo l’elemosina, rendiamoci conto della forza che ha di avvicinarci a Dio.
Fonte: Ateleia