5^ Domenica dopo Pentecoste
27 giugno 2021
Vangelo di Giovanni 12, 35-50
Commento di suor Graziella Curti, FMA
“Guidami tu, luce gentile. Non chiedo di vedere lontano, un passo solo mi basta”: così pregava il cardinale Newman dopo la sua conversione. E, oggi, il Vangelo si accende di quella luce che sono le parole/promessa di Gesù “non sono venuto per condannare il mondo ma per salvarlo”. E noi sappiamo, commenta Ermes Ronchi, “che lo scopo della luce non è condannare la notte, ma bucarla e aprirla al giorno e dare alla luce le cose. – Io non condanno!- afferma Gesù – Che parola dirompente, da sussurrare settanta volte sette al cuore che trema”.
Stile e volontà del Maestro è salvare, che significa conservare, non perdere di vista, non allontanare dai propri pensieri. Ascoltare oggi il Vangelo è rivivere, gioire, essere abbracciati da un Padre che ci ha donato suo Figlio per amore. Ha permesso la sofferenza di Gesù per la nostra salvezza. Una salvezza che si cura anche della cosa più piccola che possediamo. Neppure un capello del vostro capo andrà perduto, neanche un filo d’erba, neanche un filo di bellezza scomparirà nel nulla.
Ma c’è pure un invito, quasi un comandamento per noi tutti: “Camminate, camminate nella luce!”, commenta Angelo Casati, fine esegeta, con delicatezza e profondità: “Chi dice di essere nella luce e odia suo fratello, è ancora nelle tenebre. Chi ama suo fratello, cammina nella luce e non vi è in lui occasione di inciampo. Ma chi odia suo fratello è nelle tenebre, cammina nelle tenebre e non sa dove va, perché le tenebre hanno accecato i suoi occhi” Dio ci salvi dagli occhi accecati.
Gesù, tu che sei la luce del mondo, tu che hai aperto gli occhi del cieco, abbi compassione di me. E apri i miei occhi.