Domenica dell’Incarnazione o della maternità di Maria
Vangelo di Luca 1,26-38a
Commento di suor Graziella Curti, FMA
La liturgia di questa domenica tanto vicina al Natale è ricca di richiami alla gioia. Colui che sta arrivando è il Signore del gaudio. “Chi è costui che viene da Edom, che avanza nella pienezza della sua forza?”.
La risposta, nel brano di Isaia, è immediata: “Sono io, che parlo con giustizia, e sono grande nel salvare”. E Paolo rivolge ai Filippesi un invito pieno di speranza: “Fratelli, siate sempre lieti nel Signore, ve lo ripeto: siate lieti. La vostra amabilità sia nota a tutti. Il Signore è vicino!”
Il grande e ineffabile mistero dell’incarnazione del Figlio di Dio, per attuarsi, richiede un clima di gioia, di grande stupore, di amabile fraternità. Il Vangelo, a sua volta, mette a fuoco la venuta del Verbo di Dio visto dalla parte di Maria, la sua divina maternità. L’evento / icona di tale mistero è l’annunciazione: inesauribile miracolo di un Dio che sceglie una piccola ragazza di Nazareth per venire ad abitare tra noi. Dal suo sì dipende tutta la storia: il Signore dei secoli entra nel tempo dell’umanità e tutto nasce di nuovo.
L’annuncio del Natale, per i cristiani, è segno grande di felicità. Possiamo deporre le angustie e gli affanni perché il Signore, in maniera totalizzante ed eterna viene ad assumere e a condividere la nostra umanità con le sue gioie, le sue fatiche, i suoi dolori. La nostra invocazione “Maranathà”, vieni Signore Gesù, trova oggi la sua risposta irrevocabile: “Eccomi, sono con voi sempre!”.