2^ Domenica di Avvento
Vangelo di Matteo 3,1-12
Commento di suor Simona Bisin, FMA
La figura di Giovanni il Battista, che troviamo in questa seconda domenica di Avvento, ci porta già al mistero del Natale: “Il Regno dei cieli è vicino” e ci indica la conversione come condizione per riconoscerlo e accoglierlo.
Giovanni Battista è presentato, nel suo abbigliamento e nelle sue abitudini alimentari, come uno degli antichi profeti che con la sua parola invita a preparare la strada, a dilatare il nostro desiderio affinché la nostra realtà creaturale si apra alla verità della promessa e muova al cammino. Egli è il profeta che sta sulla soglia tra il passato e il futuro; egli è la “voce” che si mette a servizio della “Parola”: è annuncio di un Altro che viene e verso il quale tutti devono orientarsi, cioè convertirsi.
Mi soffermo su due aspetti che ritengo legati tra di loro: il deserto e la conversione.
“Preparate la via al Signore che viene” grida Giovanni nel deserto. Ma perché grida una cosa così importante in un luogo disabitato?
Il deserto, secondo la tradizione biblica, è il luogo dell’intimità, ma soprattutto della purificazione. Esso è elemento necessario nell’itinerario spirituale di ogni cristiano: solo nella solitudine del deserto è possibile percepire la voce che chiama alla conversione, al cambiamento di vita, cominciando dal modo di pensare per arrivare a qualsiasi espressione del nostro agire. Il silenzio del deserto ci permette di custodire il nostro cuore, ci aiuta a discernere, ad acquistare la capacità di distinguere ciò che arde veramente nel nostro cuore.
La conversione è opera di Dio, ma avviene solo se, stupiti e affascinati dalla Sua bellezza, lasciamo a Lui lo spazio per entrare nella nostra vita e orientarla a Lui. Convertirsi significa riconoscersi figli di Dio e percorrere la strada di ritorno verso il Padre. Giovanni il Battista ci propone la figura di Abramo per aiutarci in questo cammino. Abramo “il padre nella fede”, colui che si è fatto figlio di Dio mediante l’ascolto della sua Parola e mediante l’obbedienza nella fede. Una fede non basata sulla sterile osservanza di precetti, ma sulla vita dello Spirito capace di aprire i nostri cuori alla carità e percorrere le vie inedite dell’amore.
Solamente con il battesimo di Spirito Santo e fuoco, contrapposto a quello di Giovanni, con acqua, l’uomo verrà trasformato e porterà frutto.
In questa seconda settimana di Avvento chiediamoci come stiamo preparando la strada al Signore che viene e proviamo a far nascere, nel silenzio e con la forza dello Spirito, gesti di bene e di solidarietà verso i nostri fratelli, segni di un cuore rivolto a Dio.