31^ Domenica del Tempo Ordinario – Anno A
Vangelo di Matteo 22,15-21
Commento di suor Laura Agostani, FMA
Troppo ostiche queste parole di Gesù! Ci ha lasciato domenica scorsa con un invito a nozze poco corrisposto, col monito dei molti chiamati e dei pochi eletti… parole forti che si scontrano con l’intransigenza dei farisei (e a volte nostra?!), sicuri che il loro comportamento che rispetta ogni precetto della Torah sia ineccepibile di fronte a Dio. Suonano scomode queste parole di Gesù perché ci interpellano, ci provocano, ci costringono a metterci in discussione e questo non è sempre facile… più comodo allora cercare una falla nell’altro, un pretesto per tacitarlo e, con lui, tacitare la nostra coscienza: “e tennero consiglio per vedere come coglierlo in fallo nei suoi discorsi”.
Ma essere buoni non equivale ad essere ingenui!
Gesù intuisce il subdolo gioco ipocrita e ne approfitta, ancora una volta, per ribadire che a Lui non interessano le dicotomie: Cesare o Dio, azione o contemplazione, fede o ragione…
Gesù testimonia un Padre che non deve essere il primo di una gerarchia, ma deve essere posto come fondamento delle nostre priorità perché solo così esse trovano il giusto ordine!
Ecco il significato della prima lettura. Il re Ciro è stato eletto anche se non conosce Dio. È stato scelto anche se non segue la Legge perché, come dice san Paolo, “tutto concorre al Bene”. E tutto può diventare occasione per dar lode a Dio e può contribuire all’edificazione del Regno. Non mettiamo limiti all’azione dello Spirito, che soffia anche oggi, nonostante tutto!
“Dio c’è, ma non sei tu, quindi rilassati” suggeriva saggiamente don Gino Rigoldi! Non mettiamo limiti allo Spirito, ma non stiamo neanche a guardare impassibili!
A noi, quindi, la sfida di “Imparare a vivere con uno stile che non butta via il mondo ma lo accoglie con Amore nell’Amore di Dio” (don Fabio Rosini).
Ecco, forse, il segreto: saper cogliere nel quotidiano l’instancabile passaggio di Dio e collaborare con Lui, dove è possibile, all’edificazione del Suo Regno con Amore, pazienza e perseveranza.
Con questi sentimenti nel cuore è evidente che non sussistano più divisioni: Dio non vuole rubare il posto a Cesare, ma vuole aiutarti a dargli la giusta importanza; l’amore per Dio non ti esula dall’azione ma inquadra quest’ultima nella giusta prospettiva; la fede in Dio non limita la ragione ma fede e ragione, insieme, sono le ali che guidano alla conoscenza della Verità.
“A queste parole rimasero sorpresi e, lasciatolo, se ne andarono.”
Dure queste parole perché profumano di libertà: se Dio non è più il primo ma diviene il fondamento, tutto deve essere ri-orientato.
Più facile obbedire in modo cieco alla Legge, sicuramente più rassicurante e meno faticoso… ma a che prezzo?