Maria Ausiliatrice 2020

Maria Ausiliatrice 2020

Carissimi tutti,

il 24 maggio quest’anno segna una data davvero speciale, più che in ogni altro anno di cui possiamo avere memoria, credo. Vengono a coincidere in questo giorno la solennità della Ascensione di Gesù al Cielo, la festa di Maria Ausiliatrice, a cui ci siamo preparati pregando intensamente la Novena per invocare in particolare la fine della pandemia, la ripresa delle Messe domenicali con la partecipazione della gente dopo il lungo periodo di chiusura totale, la Novena allo Spirito Santo ed anche la data della fine del mese di Ramadan per i fratelli musulmani. E’ una strana coincidenza di eventi, quasi a ricordarci che Maria è Madre di tutti i suoi figli, è lei la “porta del Cielo” che ci conduce all’incontro con Gesù, è la donna su cui si è posato lo Spirito ed è a lei che dobbiamo rivolgerci per domandare le Grazie più grandi quando viene a “mancare il vino per la festa” perché lei è Madre, è nostro potente aiuto e intercede per noi.

Quante preghiere si sono innalzate alla Vergine in questi mesi, quante suppliche, anche da chi, magari, erano anni che non si rivolgeva più a questa nostra buona Madre.

E’ stato, e continua ad essere, un tempo difficile per tutti, un tempo di silenzio, di tristezza, di solitudine, di malattia, di preoccupazioni, di povertà, ma è anche un tempo di riscoperta di una vicinanza e di una solidarietà diverse e della riconquista di tempi e di spazi forse dimenticati.

Pensando a tutto questo e alla festa di Maria Ausiliatrice, mi sono tornate tra mano alcune parole di uno dei grandi profeti dei nostri giorni che il Signore ci ha donato. Nell’ormai lontano anno giubilare del 2000, il Card. Martini parlava di Maria in una lettera pastorale inviata alla Diocesi di Milano e la presentava come la “Madonna del Sabato Santo”. Le sue parole sono di un’attualità impressionante per i giorni che noi ora ci troviamo a vivere e per quelli che ci aspettano. Ne richiamo alcune parti, perdonate la lunghezza, ma sembrano scritte proprio per questo nostro “sabato della storia”:

“Per noi cristiani c’è un […] “sabato” che è al centro e al cuore della nostra fede: è il Sabato santo, incastonato nel triduo pasquale della morte e resurrezione di Gesù come un tempo denso di sofferenza, di attesa e di speranza. E’ un sabato di grande silenzio, vissuto nel pianto dai primi discepoli… La fatica di vivere e interpretare il presente si proietta sull’immagine di futuro di ciascuno, che risulta sbiadita e incerta. Del futuro si ha più paura che desiderio.

E’ in questo Sabato santo che Maria veglia nell’attesa, custodendo la certezza nella promessa di Dio e la speranza nella potenza che risuscita i morti. Contemplo Maria: è rimasta in silenzio ai piedi della croce nell’immenso dolore della morte del Figlio e resta nel silenzio dell’attesa senza perdere la fede nel Dio della vita, mentre il corpo del Crocifisso giace nel sepolcro. Che cosa ci dici, o Madre del Signore, dall’abisso della tua sofferenza? Che cosa suggerisci ai discepoli smarriti? Tu vorresti che noi, partecipi del tuo dolore, partecipassimo anche della tua consolazione.
La forza dello Spirito, presente in te fin dall’inizio, ti ha sorretto nel momento del buio e dell’apparente sconfitta del tuo Gesù. Tu hai ricevuto il dono di poterti fidare fino in fondo del disegno di Dio e ne hai riconosciuto nel tuo intimo la potenza e la gloria. Tu ci insegni così a credere anche nelle notti della fede, a celebrare la gloria dell’Altissimo nell’esperienza dell’abbandono, a proclamare il primato di Dio e ad amarlo nei suoi silenzi e nelle apparenti sconfitte. Tu, o Madre della speranza, hai pazientato con pace nel Sabato santo e ci insegni a guardare con pazienza e perseveranza a ciò che viviamo in questo sabato della storia.
La percezione di una forza che ci ha accompagnato in momenti duri, anche quando non la sentivamo e ci sembrava di non possederla, è una esperienza vissuta da tutti noi. Ci pare a volte di essere abbandonati da Dio e dagli uomini, e però, rileggendo in seguito gli eventi, ci accorgiamo che il Signore aveva continuato a camminare con noi, anzi a portarci sulle sue braccia.
Tu ci ottieni sempre, o Maria, questa consolazione che sostiene lo spirito senza che ne abbiamo coscienza, e ci darai, a suo tempo, di vedere i frutti del nostro “tener duro”, intercedendo per la nostra fecondità spirituale. Non ci si pente mai di aver continuato a voler bene! La Madonna del Sabato santo getta luce sul compito che ci aspetta e che ci è reso possibile dal dono dello Spirito del Risorto, il quale ci tocca interiormente con la “consolazione del cuore”. Si tratta di irradiare attorno a noi, con gli atti semplici della vita quotidiana – senza forzature –, la gioia interiore e la pace, frutti della consolazione dello Spirito.
Credere in Cristo, morto e risorto per noi, significa essere testimoni di speranza con la parola e con la vita.
Siamo invitati a vivere come pellegrini nella notte rischiarata dalla speranza della fede e riscaldata dall’autenticità dell’amore. Allora, il sabato del tempo apparirà ai nostri occhi come già segnato dai colori dell’alba promessa, e la pallida luce dei giorni che passano si illuminerà dei primi raggi del giorno che non passa, l’ottavo e l’ultimo, il primo della vita eterna di tutti i risorti nel Risorto”.

 (C. M. Martini, La Madonna del Sabato Santo, 6 agosto 2000)

Perdonate, ripeto, se mi sono dilungata con questa citazione del Card. Martini, ma le sue parole di grande pastore e uomo di Dio hanno saputo dare corpo all’augurio e all’incoraggiamento che desideravo rivolgere a ciascuno di voi, alle vostre comunità, alle famiglie, ai giovani in particolare, ed esprimono la preghiera riconoscente e implorante che, con voi, anch’io rivolgo a Maria perché continui ad essere il nostro potente aiuto per i giorni che verranno e a portare luce per i passi del cammino.

Fraternamente

Sr Maria Teresa Cocco