5^ Domenica di Pasqua
10 maggio 2020
Vangelo di Giovanni 14,21-24
Commento di suor Graziella Curti, FMA
Il vangelo di Giovanni c’introduce, oggi, nel grande mistero dell’Alleanza d’amore che Dio stabilisce in ogni momento con ogni uomo e ogni donna che lo vuole seguire. L’apostolo che Gesù amava riesce a rendere con termini semplici e immagini quotidiane la profondità dell’unione che si caratterizza come un’intimità profonda, familiare. “Se qualcuno mi ama osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e verremo da lui e faremo dimora presso di lui.”
Ecco apparire il termine dimora, che Giovanni usa, facendosi eco del Maestro, per ben 34 volte nel Vangelo e 19 nelle Lettere. Tale parola media la realtà di una coabitazione, di un sentirsi a casa, di una fusione profonda e radicale. Gesù chiarisce che la sua manifestazione agli amici non avverrà in modo spettacolare ed esterno, ma si realizzerà nell’intimo delle coscienze, con la sua venuta insieme al Padre nel cuore dei discepoli. Con tale interiorizzazione della rivelazione del Cristo, i discepoli sono resi tempio di Dio, ospiteranno le persone del Padre e del Figlio. L’amore per la persona di Gesù è dimostrato custodendo i suoi precetti, ossia accogliendo la parola di Cristo, facendola penetrare nel cuore e custodendola gelosamente. Il vero discepolo, che dimostra di amare il Signore concretamente, sarà oggetto di un amore speciale del Padre e del Figlio.
Gesù mette pure in rapporto la sua rivelazione con l’azione dello Spirito Santo. Questo è il primo brano del vangelo di Giovanni che parla contemporaneamente del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Queste tre persone divine non sono considerate in modo astratto, ma nel loro rapporto con i discepoli di Gesù. Il Padre, il Figlio e lo Spirito santo abitano nei cristiani che custodiscono la parola del Signore.
Oggi, Gesù ci insegna il suo immenso desiderio di farci partecipi della sua pienezza. Uniti a Lui, stiamo nella fonte di vita divina che è la Santissima Trinità. Dio è con te. Gesù assicura che sarà presente in noi per la dimora di Dio, nell’anima in grazia. Così, noi non siamo più orfani. Di questa realtà sono stati consapevoli i santi. In particolare, come sintesi dell’annuncio evangelico di oggi, possiamo pregare con alcune parole della preghiera di S. Elisabetta della Trinità: “O mio Dio, Trinità che adoro, aiutami a dimenticarmi completamente, per dimorare in Te, immobile e quieta come se la mia anima fosse già nell’eternità. Che niente possa turbare la mia pace e farmi uscire da te, mio Immutabile, ma che ogni istante mi conduca più addentro a quella profondità del tuo mistero”.
Tutta la luce e il fuoco della vita divina si riverseranno sopra ognuno dei fedeli che sia disposto a ricevere il dono della dimora. La Madre di Dio intercederà —come Madre nostra— affinché possiamo entrare in questo tratto con la Santissima Trinità.