Anna e Marco | Lucio Dalla
“L’Amore è il centro della nostra vita, perché nasciamo da un atto d’amore,
viviamo per amare e per essere amati, e moriamo per conoscere l’amore vero di Dio”
Chiara Corbella Petrillo
Di Giulia Terzi
C’è odore di giovinezza quando questa canzone inizia a risuonare. Le sue note delicate hanno il sapore di freschezza giovanile. Le sue parole semplici e dolci raccontano di una fragilità guarita, di una tristezza sanata.
Con la sua Anna e Marco, Lucio Dalla crea un quadro impeccabile e universale dell’imperfetta armonia dell’essere giovane tanto che, a distanza di 40 anni dalla sua pubblicazione, questa canzone continua a parlare di tutti noi, giovani e ragazzi.
Uscita nel 1979, Anna e Marco è stata inserita nell’ottavo album del cantautore bolognese Lucio Dalla. Una melodia dolce accompagna un testo pungente che vede come suoi protagonisti due giovani. A fare da sfondo c’è il grigiore della periferia metropolitana, in cui la luna e le stelle diventano segno di sogni irraggiungibili, di quell’America lontana che invade la mente e i cuori dei più giovani, ma che rimane sempre una chimera. Così anche guardare quella luna e quelle stelle fa male: esse diventano solo palle da biliardo e luccichio dei flipper.
Anna è una stella di periferia, con uno sguardo attento ma che appare sempre più spento: sogna infatti di scappare da tutto quel grigiore cittadino e, sulla pista da ballo, scatena tutti i suoi timori, le sue insicurezze e la sua amara insoddisfazione.
Marco è un lupo di periferia, il cui mondo gira attorno alla madre, alla sorella e al solito gruppo di amici. Anche a Marco, però, questo mondo sta stretto: anch’egli sogna di scappare dalla poca vita, sempre quella. Una moto, che porta Marco e i suoi amici in città, disegna una svolta, un cambiamento improvviso, una ventata di aria fresca. In un locale, che fa schifo, Anna e Marco si incontrano, si scambiano la pelle, ed iniziano a volare.
Tra i due scatta l’amore e questo cambia tutto: la luna, che fino a qualche giorno prima faceva così paura, diventa luna di città, scende per strada e su essa cammina. Quella felicità che i due sognavano e pensavano di poter trovare solo lontano da quel grigiore cittadino, gli viene incontro, diventa concreta, si fa spazio nella loro vita. Cambia tutto, in un’immobile realtà che rimane la stessa. A cambiare sono solo i cuori dei due ragazzi che, finalmente, iniziano a battere.
Ecco allora la conclusione del testo: “Anna avrebbe voluto morire / Marco voleva andarsene lontano / Qualcuno li ha visti tornare / Tenendosi per mano”.
I due accettano il loro mondo, decidono di vivere in esso. Non è una scelta dettata dalla passività la loro: i due giovani sembrano raggiungere, infatti, la consapevolezza che anche in tutto quel grigiore può nascondersi la felicità e la loro piena realizzazione. Essi comprendono che, a salvarli, può essere solo l’amore.
Un amore salvifico, dunque, quello che si legge tra le righe di questo testo. Un amore che entra nella vita di questi due giovani e ne ravviva le speranze. Un amore che porta a pieno compimento la loro vita, nonostante essa rimanga sempre la stessa. Un amore che, se accolto e accettato, ci salva. Tutti quanti.
Dalla, con questo testo, ci dona il segreto più dolce ma, a volte, così amaro per avere una vita felice: porre al centro di noi stessi l’amore, accettare di essere amati e amare a nostra volta.
Sembra scontato e banale, ma guardiamoci negli occhi e diciamocelo: lo stiamo facendo davvero?