La campionessa italiana Lucrezia Molgora frequenta la scuola delle suore salesiane di Melzo
Campionessa italiana di Karaté , Lucrezia, simpatica adolescente, è cresciuta, attraverso questo sport, come donna nella conoscenza di sé, del proprio corpo e nel rispetto dell’altro, anche se avversario.
Lucrezia Molgora ha 13 anni e frequenta la scuola delle suore salesiane di Melzo( Mi). Con estrema semplicità e concretezza ci racconta la sua breve , ma intensa storia di giovanissima sportiva, arrivata nel dicembre del 2013 ad essere proclamata campionessa italiana.
Come è nata questa passione?
Praticavo ginnastica ritmica, ma poi ho sentito di aver bisogno d’altro, di un impegno che coinvolgesse maggiormente la mia vita. Ci sono comunque due “ spinte” che hanno fatto la differenza: un’amica che praticava Karaté e me ne parlava con entusiasmo; l’esperienza di papà che nella sua formazione militare aveva imparato alcuni esercizi di questa disciplina e li ripeteva con me, bambina, come gioco nel giardino di casa. Ne sono stata affascinata.
Quali le fatiche, oltre il piacere di fare sport?
Gli allenamenti, che faccio tre volte la settimana per circa due ore, mi richiedono un ritmo di vita molto serrato . In più, essendo la mia abitazione lontana dalla palestra, occupo gran parte del mio tempo libero e anche di quello che potrei dedicare allo studio. Ma questo non mi pesa perché preferisco trovarmi con gli amici dello sport piuttosto che annoiarmi girando a vuoto per lo shopping o in ritrovi poco entusiasmanti.
Quali le gioie, le soddisfazioni?
Poter condividere la vita con un gruppo di ragazzi/e con la stessa mia passione. Anche il rapporto con il maestro è per me gratificante. Lo sento amico. Mentre ci insegna i segreti del Karaté ci trasmette alcuni valori che mi hanno fatta davvero crescere. Ho imparato l’umiltà, il rispetto per l’altro, anche se avversario. Da timida e paurosa che ero, ho acquistato fiducia in me stessa. Conosco meglio i miei limiti fisici e psichici, le mie potenzialità. Di fronte a qualcuno di cui prima avevo timore, ad esempio un ragazzo dell’oratorio che mi maltrattava, mi scherzava, mi sottovalutava, ho acquisito coraggio, forza.
Quale sogno per domani?
Continuare questo sport ed entrare nella squadra nazionale di Karaté. Il primo appuntamento è per il prossimo novembre dove voglio riconfermare il mio titolo. Un titolo che non mi rende aggressiva, come qualcuno potrebbe pensare, ma che mi dona forza, serenità, sicurezza. Mi aiuta a rispondere pienamente ad un progetto di vita proposto dalla mia scuola: “ Ci sto . con stile”.