Di Suor Erta Cigolla FMA
Madre Maria Domenica Mazzarello e la sua grande intuizione educativa
Un’istituzione come quella delle Figlie di Maria Ausiliatrice che si dedica all’educazione cristiana dei giovani non può non trovare, fin dalla sua origine, un’esplicita vocazione pedagogica.
Maria Domenica Mazzarello, una donna senza studi, senza scienza pedagogica, conosce tuttavia l’arte di educare.
Il suo nome non è tra le educatrici più note benché il suo nome compaia nel Dizionario Enciclopedico di Pedagogia. Di lei non si possiedono scritti sull’educazione: non ne ebbe né l’intento, né il tempo, né la possibilità data la sua limitata cultura (impara a scrivere a 35 anni!) e la sua totale carenza di una preparazione pedagogica. Nonostante questo alla prima Figlia di Maria Ausiliatrice viene riconosciuto ufficialmente un “ministero educativo” di inconfondibile portata storica.
In realtà, quando Maria Domenica incontra per la prima volta don Bosco aveva 27 anni, e aveva già messo in cantiere un laboratorio di cucito, un orfanotrofio e un oratorio. L’incontro con don Bosco è stato la scoperta di una perfetta sintonia con l’opera del Santo dei giovani, ed era già capo di una piccola comunità. È stato un “momento rivelativo”, un’azione che veniva dall’Alto; don Bosco come madre Mazzarello in quanto educatori e fondatori appartengono al numero di coloro che sono chiamati “uomini dello Spirito”.
In un tempo di ricerca e discernimento dopo la grave malattia, improvvisamente un’esperienza che la supera: “vede” una costruzione (la prima casa delle FMA), un gruppo di ragazze e sente una “parola”: A te le affido! È una “parola” che diventa una consegna e che lei, di volta in volta consegnerà a coloro che collaborano con lei.
Una chiamata che diventa “missione”. Da quel momento chiamata e missione sono una stessa cosa.
È una “parola” che non dimenticherà più e la racconterà al primo gruppo di ragazze che si uniranno a lei. Ciò verso cui si sentiva inclinata e per cui aveva le capacità convergeva verso un progetto che la superava, ma per il quale provava una indefinibile spinta interiore. Questa “parola” l’accompagnerà sempre e diventa per noi il perno fondante di ogni azione educativa.
Le “affido a te”, “prenditi cura”, “aiuta a vivere una vita piena”, sono tutte espressioni che qualificano la missione educativa.
Qui, come credenti, è necessario metterci alla scuola del Maestro: “Io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza” (Gv 10,10).