Di Riccardo Vaccari
Vi siete mai chiesti quando avete imparato veramente a dire ti amo?
Con il primo amore? Forse, ma è quello che avete sposato e con cui avete deciso di passare insieme tutta la vostra vita oppure no? Propendo per quest’ultima ipotesi e a larga maggioranza direi. Maurizio Maggiani in questo suo libro compie un viaggio a ritroso nei pensieri e nelle esperienze di vita di uno sposo, volutamente anonimo, che stimolato dalla moglie ricorda amori di gioventù ma non solo.
La storia si svolge nell’arco di ventiquattro ore, dove volutamente l’autore descrive in parallelo la quiete della routine quotidiana con le sensazioni scaturite dai ricordi di cinquant’anni di vita del protagonista e del nostro paese. L’amore è un sentimento raccontato non solo nell’affetto dei piccoli gesti familiari, ma nella fede di un ideale giovanile, nella lotta sociale e nell’amicizia verso i compagni di gioventù. Nei piccoli “fatterelli” di un’esistenza che svanisce nei ricordi, confortata dalla presenza fissa e rassicurante della sposa.
Non è un libro facile, non ci sono frasi da sottolineare alla Bisotti per intenderci. I pensieri sono molto lunghi e la mancanza di dialoghi a volte rende addirittura un po noiosa la lettura. Però è un romanzo diverso. Potrebbe essere la vita di vostro padre e vostra madre, anzi lo è sicuramente.
Lo stile di Maggiani è poetico e velato di malinconica ironia, emotivo e razionale. Non guarda al passato con rimpianto, ma con rispettoso ossequio per le scelte fatte. Per ricordare quando ha cominciato a dire ti amo.