Di Riccardo Vaccari
Che bello questo libro. La scrittura di Manuela è sempre profondamente diretta, poetica e toccante. Avevo già avuto modo di apprezzarla ne “L’altro suono della musica”, questo Ciatu mio è la riprova del valore della sua penna. La certezza che nel marasma dell’editoria italiana ci sono romanzi che forse non toccheranno l’apice delle classifiche ma nel passaparola dei lettori troveranno la maggiore delle gratificazioni.
La storia di Giulia, la nostra protagonista, racconta di un’infanzia travagliata, in un piccolo paesino toscano. Che porterà ad una crescita segnata da rigidità d’animo e lacune caratteriali, alla paura di amare. Sarà l’unico ricordo felice a spingerla verso una terra lontana, per aprire quel cassetto dei ricordi che faticosamente da tempo ha chiuso a chiave nella sua mente.
Perché il destino completa sempre il suo disegno.
Ed allora scoprirà che la sensazione più profonda che si possa provare è quella di essere nello stesso respiro della persona che si ama: “Ciatu mio”.
Capirà di aver inseguito e trovato un sentimento cui non voleva concedersi.
Non è un libro melenso con il classico lieto fine, è la storia di un dolore che vince ogni paura.
“Purtroppo le cicatrici dei dolori lasciano segni che la felicità non sa distinguere, per questo le anime si riconoscono, perché hanno gli stessi luoghi dove nascondersi”.
Perché un’emozione ti scava dentro, si fa spazio per nutrirsi e cresce in fondo all’anima. E rivive in un respiro.
Leggetelo.