di Riccardo Vaccari
Dopo esattamente un anno da quando lo proposi come lettura condivisa al mio gruppo, il libro “Le otto montagne” è stato finalmente estratto ed ho potuto leggerlo. Che dire, innanzitutto che è un romanzo bellissimo, autentica poesia in alcuni frangenti. Sono un grandissimo appassionato di montagna, da sempre, mi sono ritrovato in tantissime pagine di questa storia.
Mi sono sentito un pò Piero e tanto Bruno, i nostri protagonisti. Un’amicizia fortissima la loro, due ragazzi così diversi ma uniti da una passione unica, perché la montagna è un’educazione, un sapere, un modo di respirare. Ma è anche un modo per comunicare, senza bisogno di parlare. Un legame tra amici che sopperisce a quello primario, familiare a volte.
Una moda d’altri tempi si direbbe forse oggi, che obbedisce a codici antiquati, ma fortifica i legami. Una maniera per cercare il proprio posto nel mondo in modo desueto. Figli della solitudine Piero e Bruno, ma non quella classica, quella delle parole non dette, delle occasioni mancate e del rammarico. Lontani da quella pianura che attanaglia la vita per riportarla ai canoni classici.
Ma un pò sognatori se si nasce a volte anche si muore. Ed allora il lascito di un padre è un rudere da ricostruire, come il loro rapporto nel ricordo.
Vecchi messaggi scritti in quaderni montani, ricordi e vanto di scalate in solitaria. Ripercorrendo vecchi sentieri, itinerari di vita, risalendo anno dopo anno il corso della memoria.
Bruno incarna uno spirito libero che solo la montagna riesce a sublimare, Pietro la vive in un vagabondaggio errante che lo porterà in Nepal prima di ricongiungersi un’ultima volta con l’amico che lo ha sempre aspettato.
Una leggenda racconta che al centro del mondo c’è un monte altissimo, circondato da otto montagne e otto mari. Avrà imparato di più chi ha fatto il giro delle otto montagne o chi è arrivato in cima al monte? Pietro e Bruno, quando il ricordo è il più bel rifugio…
Vincitore premio Strega lo scorso anno.
Romanzo di formazione, di amicizia e amore per la vita e la montagna.
Riccardo Vaccari