L’intervento dell’Arcivescovo Mario Delpini ai 6000 animatori in Piazza Duomo, 18 maggio 2018
Io sono alla ricerca di ragazzi improbabili, io vorrei invitare ragazzi improbabili a seminare speranza per la città, a irradiare gioia nei paesi, a condividere sogni con tutti.
Io vorrei iscrivere ragazzi improbabili in un grande coro che canti e cantando inviti a danzare i bambini, i coetanei, gli adulti e i nonni. Io vorrei convocare ragazzi e ragazze improbabili.
I ragazzi improbabili sono quelli che non sono previsti dalle statistiche, quelli che non vanno dove vanno tutti, che non rientrano nei luoghi comuni che classificano i ragazzi e le ragazze come un problema. I ragazzi improbabili sono improbabili perché, mentre il luogo comune e il giudizio universale definisce i ragazzi come egoisti, loro invece sono generosi; mentre il luogo comune e il giudizio universale prevede che ciascuno pensi per sé e usi il suo tempo per fare quello che vuole, loro, i ragazzi e le ragazze improbabili, pensano agli altri, si curano degli altri, hanno intenzione di dedicare le prossime settimane per far radunare i più giovani, invitarli alla preghiera, organizzare per loro i giochi e i laboratori.
I ragazzi improbabili sono quelli che non sono previsti dalle statistiche, quelli che non vanno dove vanno tutti, che non rientrano nei luoghi comuni che classificano i ragazzi e le ragazze come un problema. I ragazzi improbabili sono improbabili perché, mentre il luogo comune e il giudizio universale definisce i ragazzi come egoisti, loro invece sono generosi; mentre il luogo comune e il giudizio universale prevede che ciascuno pensi per sé e usi il suo tempo per fare quello che vuole, loro, i ragazzi e le ragazze improbabili, pensano agli altri, si curano degli altri, hanno intenzione di dedicare le prossime settimane per far radunare i più giovani, invitarli alla preghiera, organizzare per loro i giochi e i laboratori.
I ragazzi e le ragazze improbabili sono quelli che, mentre i luoghi comuni parlano dei ragazzi d’oggi come privi di ideali, privi di motivazioni, allergici al sacrificio, inconcludenti e viziati, loro, i ragazzi e le ragazze improbabili, si impegnano, amano le cose fatte bene, sono servizievoli e fieri di essere utili, cercano di usare bene il tempo, sono gente di cui ti puoi fidare.
I ragazzi e le ragazze improbabili sono quelli che mentre le statistiche hanno deciso che una certa percentuale deve fare abuso di alcool, sviluppare la dipendenza dai videogiochi, essere ossessionato dal sesso, fare svariate esperienze di droghe, loro, i ragazzi non previsti dalle statistiche evitano la droga e l’alcool, cercano di custodire la libertà e la
castità, si prendono cura della propria salute perché si impegnano volentieri per fare del bene.
Ecco: io cerco questi ragazzi perché sono un motivo di speranza per il mondo, sono carichi di entusiasmo e di generosità, hanno difetti e limiti, come tutte le generazioni, ma sono simpatici e volonterosi, sono capaci di ridere e di piangere, di pensare e di parlare, vivono amicizie limpide e costruttive.
Cerco questi ragazzi e queste ragazze per dire loro: vi benedico, vi incoraggio, vi voglio bene, vi invito a diventare grandi nella persuasione che la vostra vita è una vocazione alla gioia e all’amore, vi assicuro che Dio è alleato del vostro bene e che la Chiesa è la comunità che vi accoglie e che ha stima di voi.
Cerco ragazzi e ragazze improbabili, secondo la cronaca e i luoghi comuni, ma questi ragazzi e ragazze esistono, sono dappertutto e stasera hanno riempito piazza Duomo.
A voi ragazzi propongo un editto, l’editto vuol dire che bisogna fare questa “roba”, stasera mi avete commosso con la vostra presenza e la vostra simpatia, l’editto che ho pensato per voi è qualcosa di molto molto impegnativo: preparare una patacca, una spilla, un braccialetto, una maglietta con la scritta: «Io sono originale: la domenica vado a Messa». Portatela in oratorio, in montagna, in spiaggia, in giro.
Noi siamo gente improbabile.
Fonte: www.chiesadimilano.it