Arigliana, 50 case in pietra nel profondo sud lucano. Un paese da sempre punto di partenza per chi cerca un po di fortuna. Un posto dove ormai non esiste più nemmeno la scuola, basta una classe in municipio per i pochi bambini rimasti. Eppure c’è qualcuno che ancora ritorna, tutte le estati. Sono Pietro e la sorella Nina, orfani di madre, che cercano nei nonni e nel calore del popolo meridionale quello che da sempre è il vero concetto di famiglia.
Con la sua scrittura poetica e potente Catozzella ci racconta com’è difficile a volte capire la vita ed il suo strano percorso. Soprattutto guardandola attraverso gli occhi di un bambino.
Un senso di giustizia che fa a pugni con l’ignoranza e l’omertà che ancora oggi frenano la crescita di uomini e genti abituate a soffrire in silenzio. Pietro non capisce l’accanimento astioso verso coloro che di diverso hanno solo la pelle, verso chi cerca la felicità lontano dal proprio paese come fecero i propri genitori e tutti gli emigranti italiani. Ma non capisce nemmeno il perché la gente debba abbassare la testa verso soprusi che da sempre sono tollerati con impotenza.
Non è il solito libro che parla di razzismo e questione meridionale, è molto di più. Perché l’autore ci dipinge sentimenti e situazioni con grande ironia ma anche tantissima delicatezza e realismo.
Uno spaccato di storia italiana più che mai attuale, feroce e condivisibile.
Un libro molto bello, che consiglio non solo a voi ma anche a chi dovrebbe decidere di far leggere nelle scuole libri di spessore e attualità, basta Promessi sposi…