L’esperienza del II Seminario di promozione delle cause di Beatificazione e Canonizzazione della Famiglia Salesiana, svoltosi a Roma dal 10 al 14 aprile, ha visto la partecipazione di circa 90 persone, provenienti da diverse parti del mondo che hanno condiviso nella fede e nella gioia pasquale il dono della santità che il Signore suscita sempre nella Chiesa, come anche ha richiamato papa Francesco con la recente esortazione apostolica Gaudete et Exsultate.
L’evento ha messo in luce come il cammino e le testimonianze di santità nella Famiglia Salesiana sono anzitutto un dono dello Spirito Santo da accogliere con spirito di umiltà e di riconoscenza. Essi confermano che non basta svolgere dei servizi o fare cose, ma occorre portare Gesù e portare a Gesù, annunciando la gioia del Vangelo.
Da don Bosco fino ai nostri giorni riconosciamo una tradizione di santità a cui merita dare attenzione, perché incarnazione del carisma che da lui ha avuto origine e che si è espresso in una pluralità di stati di vita e di forme. Si tratta di uomini e donne, giovani e adulti, consacrati e laici, vescovi e missionari che in contesti storici, culturali, sociali diversi nel tempo e nello spazio hanno fatto brillare di singolare luce il carisma salesiano, rappresentando un patrimonio che svolge un ruolo efficace nella vita e nella comunità dei credenti e per gli uomini di buona volontà.
Bene ha auspicato il Rettor Maggiore nell’intervento conclusivo: “Vorrei guardare alla testimonianza dei nostri santi, beati e tutti i membri della Famiglia Salesiana in cammino verso la santità riconosciuta come accompagnatori nelle vie e nella vita dello Spirito. La testimonianza di vita, la loro vicenda vocazionale e spesso i loro scritti sono per noi tracce di vita per imparare a porre tutta la vita sotto la direzione dello Spirito Santo, ad essere sensibili all’ascolto delle sue ispirazioni e mozioni”.
Interessante poi in questo anno in cui la Chiesa dedica il Sinodo dei vescovi ai giovani, ai loro cammini di fede e di vocazione, considerare sia i santi giovani della Famiglia Salesiana (al di sotto dei 30 anni sono ben 45), segno del dinamismo dello spirito salesiano incarnato in ragazzi, adolescenti e giovani, sia la giovinezza dei santi come manifestazione dell’agire di Dio nella vita delle persone nei modi più diversi e come le persone rispondono alla chiamata e ai doni di Dio in questa stagione della vita.
Certamente attraverso relazioni di alta qualità, momenti di condivisione e di lavoro nei gruppi, è stato raggiunto l’obiettivo di presentare i contenuti e i processi che aiutano nell’accertamento e accompagnamento dei presunti miracoli; ma soprattutto questo incontro è stata un’ulteriore conferma che la promozione e la cura delle cause di beatificazione e canonizzazione della nostra Famiglia attivano dinamiche di grazia suscitatrici di gioia evangelica e di senso di appartenenza carismatica, rinnovando propositi ed impegni di fedeltà alla chiamata ricevuta e generando fecondità apostolica e vocazionale.
don Pierluigi Cameroni