Le tasche piene di sassi | Jovanotti

da | 30 Mag 2017 | Musica

L’album “Ora” di Lorenzo Cherubini (in arte Jovanotti) nasce in un periodo difficile per la scomparsa della mamma Viola cui è dedicato l’intero album e, in particolare, “Le tasche piene di sassi”: un brano molto morbido, con un pianoforte che lentamente sorregge la voce, una ballade intima e avvolgente.

Con questo brano Jovanotti ha vinto il premio Mogol per il miglior testo pubblicato nel 2010.

È il ricordo di un uomo che si rivede bambino davanti alla scuola in attesa della mamma che non potrà più venire a prenderlo, con le sue tasche piene di sassi e il cuore pieno di smarrimento.
È una canzone di sentimenti, un intenso ricordo della madre che non c’è più.

Sono solo stasera senza di te, mi hai lasciato da solo davanti al cielo”
per tutti noi la figura della mamma è sempre presente, è un punto di riferimento, e quando viene a mancare porta ad un grande senso di vuoto.
Il legame tra madre e figlio è il più forte in natura.
Avere una mamma significa conoscere le nostre origini, sentirsi amati e protetti da un amore che ci accompagna sempre in tutti i momenti della vita.

“Mi riconosci ho le tasche piene di sassi, la faccia piena di schiaffi, il cuore pieno di battiti e gli occhi pieni di te”
sono pennellate che dipingono, come in un quadro naif, l’infanzia di Jovanotti, e dove anche noi ci possiamo rispecchiare.

Le tasche piene di sassi: è l’aspetto giocoso dei bimbi, che si riempiono le tasche di sassi come fossero un tesoro inestimabile!

La faccia piena di schiaffi: sono le “correzioni educative” che tutti abbiamo ricevuto da piccoli quando abbiamo commesso una marachella.

Il cuore pieno di battiti è l’emozione di un bimbo che vede la mamma all’uscita dalla scuola che è venuta a prenderlo.

Gli occhi pieni di te: è l’espressione più bella!
Quello con la mamma è un legame molto intimo, è nel nostro DNA, traspira da tutti i pori e anche dal nostro sguardo. Un bambino cerca sempre con lo sguardo la mamma per trovare sicurezza, affetto e protezione. Crescendo questo legame si modifica ma rimane sempre forte dentro di noi, al punto che quando stiamo male la prima persona che cerchiamo è sempre la mamma, è il nostro angelo custode.