Spesso si sente parlare anche negli ambienti scolastici di “Gender” o “Teoria del gender”.
Cosa dice a un giovane tutto ciò?
Con questo mio pensiero vorrei stimolare e creare qualche spunto di possibile riflessione sull’argomento.
Prima di tutto focalizziamoci su cosa si intende per “Gender”. Il pensiero che sta alla base è che l’essere maschio o femmina non è dovuto da un aspetto biologico e naturale (sesso), ma è il risultato dell’interazione tra comunità, cultura e individuo, come uno si sente (genere). Quindi per essere maschio o femmina non è importante avere gli organi genitali corrispondenti, ma è importante la propria percezione del sè.
Questi concetti evidenziano la profonda differenza con il pensiero cristiano espresso dalla Chiesa sul comportamento sociale da tenere verso l’omosessualità e i matrimoni tra persone dello stesso sesso. Si può essere d’accordo o no, contrari o favorevoli. La cosa importante è essere bene informati e confrontarsi.
Purtroppo questo non sempre accade.
I gruppi a favore del gender vogliono che le persone, la politica, gli stati riconoscano questo pensiero e lo applichino legalmente nella società civile, cancellando concetti secolari come la famiglia e la bellezza del dono ricevuto della sessualità, che fa di un uomo e una donna l’essere una sola carne capace di generare la vita come atto di amore. Oltre a etichettare come antidemocratici coloro che la pensano diversamente e accusare di ideologia discriminante chi difende il pensiero secolare della Chiesa. Si è arrivati addirittura a negare il diritto di poter esprimersi, controbattere, confrontarsi.. (puoi cercare informazioni su recenti episodi in Spagna o in Usa).
Vorrei puntare l’aspetto su questo ultimo punto: purtroppo, sempre più frequentemente, assistiamo a scontri tra pensieri diversi dove non c’è più confronto, ma solo la sfida di mettersi uno di fronte l’altro. Forse per paura di non saper ribattere senza urlare, senza minacciare.
Siamo nell’era dove vince chi urla più forte, dove ha ragione chi zittisce l’avversario, chi ottiene più audience. L’era dove tutto è lasciato all’illusione che il singolo crede di essere libero di interpretare senza essere condizionato, dove ognuno può affermare che il proprio io è verità assoluta soggettiva su qualunque aspetto della vita morale e sociale. Arrivando al rifiuto di ogni limite, di ogni confine naturale o morale.
Noi giovani possiamo ancora imparare, aprire gli occhi, confrontarci uno con l’altro
Da ragazzo cattolico, vorrei concludere sbilanciandomi un pochino: noi giovani possiamo ancora imparare, aprire gli occhi, confrontarci uno con l’altro, anche su aspetti e concetti diversi, basandoci su quello che l’esperienza della nostra fede ci può indicare, quello che il Vangelo ci insegna. E testimoniarlo nella nostra vita, nella nostra quotidianità, vivendo appieno i valori fondamentali. E rispettando sempre chi la pensa diversamente da noi.