Se amare fosse facile non sarebbe la via per diventare santi.
Te Deum laudo per mio marito, che è rimasto ancora quest’anno con me. Nonostante dopo centomila chilometri di corsa le giunture di una vecchia signora andrebbero rottamate per legge.
Te Deum laudo per come tronca le mie lamentele, ascoltandomi solo quando serve (va be’, qualche volta anche un po’ meno, tipo quando gli parlo dei prof dei figli, e adesso non sappiamo con quale insegnante ha parlato: l’ho mandato da quella di latino e mi è tornato riferendomi di un tema di italiano che lui non ha mai fatto, e comunque lo sconosciuto ragazzo di cui parlava quella signora – chi sarà stata? – ha preso 8 e mezzo).
Te Deum laudo per le volte in cui invece le mie lamentele le ascolta, e cerca una soluzione pratica e si dimentica sempre che io invece volevo un complimento, ti lodo perché ha ragione lui, i complimenti non mi servono, le soluzioni pratiche moltissimo, i complimenti sono gratis, le soluzioni pratiche costano, i complimenti alimentano solo la mia vanità, le soluzioni pratiche fanno il mio vero bene.
Te Deum laudo per come mi conosce anche nei lati peggiori – quasi tutti – e continua ad amarmi.
Te Deum laudo perché mi spiega quello che succede nel mondo, tutte le cose che io non ho voglia di sforzarmi a capire, e così quando mi intervistano posso chiamarlo e chiedergli cosa penso della guerra in Siria, risparmiando un sacco di neuroni.
Te Deum laudo per come gioca con i figli, parla con loro, si ricorda i loro gusti e le passioni, amandoli come figli unici.
Ti ringrazio perché sa dire i no che servono, mettendo muri e limiti, un po’ perché è figura dell’autorità di Dio Padre, un po’ perché a ‘na certa non ne può più e a differenza della mamma smonta dal servizio e non ce n’è più per nessuno.20160906_191840
Te Deum laudo perché anche a me vorrebbe insegnare a dire no (non ce la farà mai), perché mi indica i rami da potare (non ce la farò mai), perché ignora i miei capricci.
Te Deum laudo perché gli ho ceduto in appalto tutta la gestione del comparto ansie materne, e ho deciso che posso preoccuparmi solo quando mi autorizza lui, cioè praticamente mai.
Te Deum laudo per quanto è diverso da me, e mi esonera dall’interessarmi a parti interessantissime del mondo che io ignoro completamente (sono troppo presa dalle persone, dalle loro vite, dai fatti delle mie amiche, e delle amiche delle amiche fino al nono grado), tipo la musica il cinema la politica la storia la scienza e la tecnologia.
Te Deum laudo perché mi ha promesso che non morirà all’improvviso, e che prima di farlo mi spiegherà come si accende Sky.
Te Deum laudo per la sua solidità silenziosa (troppo!), concreta, fattiva.
Te Deum laudo per tutto quello che di lui mi fa arrabbiare, l’orsaggine, la poca voglia di parlare e la fatica che mi tocca fare per capirlo, la rudezza di modi, la scorbuticità – conio il termine – perché sono occasioni di conversione, perché se amare fosse facile non sarebbe la via per diventare santi.
Te Deum laudo perché nella differenza feconda con lui, così altro da me, si apre la via per il totalmente Altro, che è Dio, lo Sposo che si nasconde dietro la sua faccia.
Di Costanza Miriano