«Chi avrà accolto anche uno solo di questi miei fratelli più piccoli, avrà accolto me».
“Vulnerabili e senza voce”, con questi due aggettivi papa Francesco qualifica il mondo dei minori migranti di oggi.
A loro il Papa c’invita particolarmente a guardare nella Giornata mondiale del migrante e del rifugiato (15 gennaio). Loro sono un “segno dei tempi”, un tempo della storia della salvezza – ricorda papa Francesco – e un luogo nei quali ripensare e ridisegnare le nostre comunità parrocchiali, ma anche scuola, famiglia, città. Infatti, molti di questi minori migranti in Italia vivono in famiglie povere, in case sovraffollate. Non hanno spazi di gioco, se non all’oratorio vicino a casa. Spesso si assentano dalla scuola o addirittura l’abbandonano. Sono soli in casa la maggior parte delle ore del giorno.
Il Papa invita a guardare a loro come se guardassimo ai nostri ragazzi, ai nostri figli. Per loro invita a creare percorsi di protezione e cura, a non dimenticare il bisogno di spazi di gioco.
Ancora: per i ragazzi e gli adolescenti il Papa invita a costruire percorsi di integrazione, “collaborazioni sempre più efficaci e incisive”, in altre parole una “simpatia” che aiuta a valorizzare le loro storie ed esperienze dentro un nuovo tessuto di vita sociale e culturale.
Il futuro del nostro Paese e della Chiesa in Italia passa anche dalla capacità di condivisione, di fraternità che riusciremo a ricreare attorno ai migranti, a partire dai più piccoli fra loro. La verità del nostro amore a Dio e al prossimo passa dalla capacità di amare questa “carne di Cristo”, che sono i nostri fratelli migranti.
Ogni chiusura tradisce la fede e indebolisce la democrazia.
fonte Chiesa di Milano
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