Questa volta non parliamo di un evento che possiamo trovare sui libri di storia (scusate il gioco di parole), ma della vittoria dello sport. In particolare dello sport del rugby.
Ci avviciniamo all’inizio del 6 Nazioni, famoso torneo europeo di rugby che vede di fronte le migliori sei nazioni europee della palla ovale: Inghilterra, Galles, Irlanda, Scozia, Francia e la cenerentola Italia. E in prossimità del torneo si svolgono test match (una sorta di amichevole, ma che non ha nulla davedere con le amichevoli degli altri sport); incontri utili per per arrivare al meglio all’esordio nel torneo, e per confrontarsi con i più forti e scalare il ranking mondiale.
Quest’anno il calendario della squadra italiana non prometteva molto bene: Nuova Zelanda (la miglior squadra continentale), Sud Africa e Tonga.
Dopo la passeggiata della Nuova Zelanda sull’Italia di due settimane fa, sabato scorso il XV azzurro si è confrontato con gli Springboks, tra le prime nazionali a livello mondiale. E ha vinto.
Una vittoria aspettata dopo 12 incontri persi. Una vittoria che può far solo bene al movimento azzurro e al mondo del rugby. Si. Perchè sebbene se ne parli sempre di più, purtroppo soprattutto solo quando la nazionale vince, il rugby è uno sport che è presente tutto l’anno. È un mondo in espansione, fatto di piccole realtà locali, territoriali. Perchè il rugby non è soltanto sport. È anche famiglia, è valori. Perchè non esiste il campione, la stella della squadra, ma 15 giocatori che insieme devono portare la palla oltre una linea.
Potrei fare discorsi retorici, paragoni con altri sportche potete leggere ovunque, rispondere a commenti che le persone fanno senza pensare, senza conosceere e sapere di cosa parlano… Posso garantire che tutto questo è vero. Le difficoltà economiche, il pagarsi le trasferte, pagarsi la passibilità di giocare in serie C (mentre in altri sport anche a livello dilettantistico i giocatori hanno uno stipendio), etc etc..
La risposta migliore che si può dare è un invito. L’invito ciascuno di noi ad andare a vedere una partita di rugby. Non solo la nazionale, ma i sabati e le domeniche di pioggia, dove nel fango bambini, ragazzi, giovani e meno giovani, lottano per quel centimetro di terra, per placcare l’avversario, per sostenere un compagno placcato. Qualcuno disse “Il rugby è uno sport bestiale giocato da genitluomini. Il calcio è uno sport per gentiluomini giocato da bestie”.
Non ci si allontana dalla realtà. Basta vedere le partite, senza bisogno di sapere assolutamente le regole. Basta guardare cosa succede a fine partita.
È un discorso di valori, di rispetto. Che è la prima cosa che ti fanno imparare quando si inizia. Rispetto nel modo di fermare un giocatore con il tuo fisico, negli impatti tremendi che portano lividi e sangue. Perchè il rugby è questo principalmente. É trovarsi e stare bene insieme. E insieme sfidare l’avversario di 80 minuti, che non risparmierà le forze per fermarti, magari non sempre in modo carino Ma alla fine dopo lo trovi faccia a faccia davanti a un piatto di pasta e a una birra.
E allora il pugno, la spinta, lo scontro non è altro che un ricordo.
Questo lo posso dire perchè ho provato molti sport, a livelli più o meno alti, ma da quando ho scoperto il rugby… Lo si può vedere quando si esce dall’Italia, patria del calcio. Già solo nei sobborghi dei paesi inglesi il numero di pali ad “H” sono veramenti alti, e le scuole hanno ognuna la propria squadra.
Perchè il rugby viene utilizzato anche come mezzo educativo, oltre che ad un aspetto fisico e ricreativo.
Spero che questa vittoria non sia solo un episodio, ma una tappa di un cammino di crescita. E mi auguro che nel futuro dello sport, non sia il denaro a comandare, ma i valori che tutti gli sport hanno, ma che in alcuni si faticano a vedere…
Questo sarebbe la vera vittoria per lo sport in Italia, questo sarebbe fare la Storia.